L’OMS lancia l’allarme. Secondo le nuove linee guida che, per la prima volta dal 2005, sono state rafforzate, l’aria và necessariamente ripulita, altrimenti ogni anno ci saranno circa 7 milioni di morti premature, a causa dell’inquinamento atmosferico.

Inquinamento atmosferico: l’OMS lancia l’allarme, ogni anno si rischiano 7 milioni di morti

Polveri sottili, gas tossici e nocivi. L’aria che respiriamo và ripulita o le conseguenze saranno pesantissime. L’allarme arriva dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che, per la prima volta dal 2005, ha rafforzato le sue linee guida sulla qualità dell’aria, il che ha portato a 92 il numero delle città non in regola.

L’inquinamento atmosferico è una minaccia per la salute in tutti i Paesi, ma colpisce più duramente quelli a basso e medio reddito. Tra le città con l’aria più inquinata ci sono Delhi (il PM2,5 ha superato 17 volte il limite), Lahore (16 volte), Dhaka (15 volte) e Zhengzhou (10 volte).

L’agenzia delle Nazioni Unite spiega che secondo le stime,” l’esposizione all’inquinamento atmosferico causerà circa 7 milioni di morti premature ogni anno e provocherà la perdita di milioni di anni di vita“. Esorta quindi ad un’azione urgente, paragonando il pericolo ad “importanti rischi per la salute globale, come una dieta malsana e il fumo di tabacco“.

Gli effetti dell’inquinamento sulla salute

I maggiori inquinanti sono ozono, biossido di azoto, anidride solforosa e monossido di carbonio. Gli altri sono PM10 e PM2,5, il particolato uguale o inferiore a 10 e 2,5 micron di diametro. Entrambi sono in grado di penetrare in profondità nei polmoni, ma la ricerca mostra che il PM2,5 può persino entrare nel flusso sanguigno, causando principalmente problemi cardiovascolari e respiratori, ma anche disturbi ad altri organi. Per questo, il livello di PM2,5, nelle linee guida, è stato dimezzato.

Nei bambini, l’inquinamento atmosferico potrebbe causare una ridotta crescita e funzionalità dei polmoni, infezioni respiratorie e asma. Negli adulti invece, malattia coronarica ed ictus sono le cause più comuni di morte prematura, ma ci sono anche prove di altri effetti, come il diabete e patologie neurodegenerative.

“Ciò che conta di più è che i governi attuino politiche efficaci per ridurre le emissioni inquinanti, ad esempio ponendo fine agli investimenti in carbone, petrolio e gas e diano priorità alla transizione verso l’energia pulita“, ha affermato Aidan Farrow.