One Piece Netflix recensione NO SPOILER: ciurma, andiamo tutti all’arrembaggio, forza!

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Di Angelo Roberto Di Mauro

Monkey D. Luffy è pronto a inseguire il suo sogno nella trasposizione live action prodotta da Netflix di One Piece, il capolavoro letterario di Eiichiro Oda nato nell’Ottobre 1999. Insieme alla sua ciurma è pronto ad inseguire il suo sogno e diventare il Re dei Pirati. Riuscirà la serie di One Piece a far ritrovare ai lettori le stesse atmosfere variopinte respirate leggendo il manga originale? Noi di Metropolitan Magazine l’abbiamo vista in anteprima per voi. Tranquilli, non vi faremo spoiler, non siamo così cattivi!

One Piece Netflix: L’inizio dell’Era dei Pirati

Prima di morire sul patibolo, Gol D. Roger pronuncia le sue ultime parole, famose per essere l’inizio dell’era dei pirati: “Il mio tesoro…? Se lo volete, è vostro… cercatelo! Ho lasciato tutto in un certo posto.“, dando così inizio all’Era dei Pirati alla ricerca dello One Piece. La prima stagione coprirà l’arco narrativo della Saga del Mare Orientale che, parlando in termini di manga, racchiude circa fino al capitolo 95 del manga da oltre 1000 capitoli (e che ancora non smette di evolversi).

Luffy, un ragazzo del Villaggio Foosha, diventa malleabile e allungabile come la gomma dopo aver mangiato il frutto del diavolo Gom Gom, un frutto che conferisce poteri straordinari ma la principale debolezza causata dall’assunzione di un frutto del diavolo consiste nel fatto che il possessore viene “odiato dal mare” quindi impossibilitato a nuotare per sempre. Con il sogno di trovare lo One Piece e diventare il Re dei Pirati, Luffy decide di mettere in piedi una ciurma che lo accompagni in questa avventura.

Cast e tratti distintivi dei personaggi

Con un cast che ritrae i tratti somatici dei personaggi originali, è rassicurante vedere che Netflix abbia cercato di rispettare le caratteristiche dei personaggi originali della serie. Partendo dai Mugiwara (i pirati di Cappello di Paglia) troviamo:

  • Iñaki Godoy nei panni di Monkey D. Luffy
  • L’intraprendente ladra dai capelli arancioni Nami, interpretata da Emily Rudd;
  • Il serioso Roronoa Zoro, interpretato da Mackenyu, un cacciatore di pirati e abile spadaccino;
  • Jacob Romero nei panni di Usopp, il fifone ma abile cecchino con la fionda
  • Taz Skylar nei panni di Sanji, il famoso cuoco del Baratie

Potremmo conoscere i dettagli più importanti grazie ai flashback che ci raccontano la storia di Luffy e il suo rapporto con Shanks (Peter Gadiot). E l’introduzione di altri personaggi importanti ai fini della trama come Koby (Morgan Davies), Garp (Vincent Regan), Vice Ammiraglio della Marina , Drakul Mihawk (Steven John Ward), Zeff (Craig Fairbrass) e molti altri.

Cattivi spettacolarmente sadici come il perfido Clown Buggy (Jeff Ward) e il temibile Uomo-Pesce Arlong (McKinley Belcher III) , la serie di One Piece è una piacevole sorpresa, soprattutto se riusciamo a staccarla dal prodotto originale.

Una perfetta introduzione al mondo di One Piece

I primi otto episodi di One Piece, della durata di circa un’ora ciascuno, rappresentano una piccolissima parte del mondo vasto che rappresenta l’opera originale, offrendo una panoramica sia delle caratteristiche fisiche e psicologiche dei personaggi che un’introduzione generale al passato di ognuno e ai propri sogni che cercheranno di realizzare.

Una ripresa ottima di Netflix sulla trasposizione anime/live action

Nel 2017 tra i risultati assai deludenti di Death Note: Il quaderno della morte, adattamento statunitense del manga ideato e scritto da Tsugumi Ōba e disegnato da Takeshi Obata, e Full Metal Alchemist non hanno fatto retrocedere Netflix, che, nel 2021, ha confezionato una prima stagione live-action a dir poco fallimentare di un classico dell’animazione nipponica come Cowboy Bebop. A distanza di due anni la piattaforma streaming e Tomorrow Studios hanno unito nuovamente le forze, insieme all’editrice Shueisha, per portare in vita la creatura di Eiichiro Oda.

Considerata anche la supervisione attenta del “sensei” (che nell’ultimo anno ha collezionato diverse pause anche per star dietro alla serie), Netflix sicuramente è riuscita a riscattarsi. La serie non è una trasposizione 1:1 del manga, è ovvio che ci saranno delle incongruenze, ma da fan di One Piece vi posso assicurare che anche se non vi siete mai approcciati all’opera, non vi deluderà.

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Angelo Roberto Di Mauro