Cinema

“One Second”: un’occasione sprecata per far conoscere il cinema asiatico

Se la Festa del Cinema di Roma intendeva dare lustro al cinema asiatico (come fatto in precedenza con Farewell e An Elephant Sitting Still) con One Second, possiamo dire che questa sia stata una grandissima occasione sprecata.

Quello che si propone essere un dramma si trasforma infatti in una alla lunga stucchevole commedia degli equivoci con dinamiche tipiche del cinema delle origini. Beninteso, questo è un film che riflette tantissimo sul cinema e fa suo l’artificio metacinematografico, ma durante le quasi due ore di proiezione viene anche il pensiero di aver sbagliato sala.

Da struggente dramma famigliare in cui il protagonista fa di tutto per guardare un secondo di cinegiornale in cui compare la figlia defunta, One Second diventa un film sulle scaramucce e i dispetti che lo stesso uomo si fa reciprocamente con una ragazzina. L’obiettivo di entrambi è impadronirsi di quella benedetta pellicola per diverse ragioni che hanno come perno una famiglia che non hanno più. Invece di esplorare il rapporto tra i due, così da ricostruire le tematiche familiari negate, il film preferisce concentrarsi su uno scontro decisamente troppo comico per le intenzioni originali.

Si esce dalla visione di One Second stremati: per la lentezza delle due ore che si sentono tutte (e anche di più) e per la consapevolezza di aver sprecato un enorme potenziale.

Chiara Cozzi

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Ph: mubi.com

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