Si è oggi riunito in sessione straordinaria il Consiglio dei diritti umani dell’Onu, organismo delle Nazioni Unite (UNHRC, in inglese United Nations Human Rights Council) per discutere del deterioramento della situazione dei diritti umani nei territori occupati della Palestina, inclusa Gerusalemme Est.

La dichiarazione di Michelle Bachelet, Alto rappresentante per i diritti umani

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet (ex presidente del Chile) ha infatti rilasciato un lungo comunicato in cui riassume i drammatici avvenimenti che dal 10 Maggio al 21 Maggio hanno riacceso le ostilità tra Israele e Hamas. 242 palestinesi hanno perso la vita, di cui 63 bambini, e in 74mila hanno perso la casa. Oltre ai bombardamenti su Gaza il comunicato sottolinea la gravità dei 28 morti palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est e le violenze dei militari israeliani contro le proteste dei palestinesi.

Inoltre si sottolinea come i bombardamenti israeliani su Gaza non abbiano mancato di colpire ospedali, edifici di governo, case residenziali, appartamenti, organizzazioni internazionali, uffici stampa e strade indicando che nei bersagli ci fossero membri di Hamas, nonostante non siano state trovate prove a confermarlo. Se venisse confermato che i bombardamenti israeliani in luoghi così affollati (la densità di popolazione di Roma è di 808 abitanti per chilometro quadrato, quella di Gaza di 5.555 abitanti per chilometro quadrato) non facessero discriminanti tra militari e popolazione civile e il loro impatto disproporzionato sui civili, quegli attacchi potrebbero considerarsi crimini di guerra.

Il comunicato sottolinea come dall’altro lato è considerabile una violazione dei trattati internazionali anche il posizionare postazioni militari in zone molto popolate ma “le azioni di una parte non giustifica l’altra dai suoi obblighi internazionali”. Sottolineando il diritto di Israele di difendersi, il comunicato sottolinea come anche i palestinesi abbiano dei diritti, evidenziando come da 14 anni il blocco aereo e navale nella striscia di Gaza non dia vie di fuga ai palestinesi in quell’area.

A preoccupare inoltre sono le reazioni dell’esercito israeliano alle proteste dato che il 14 maggio 10 palestinesi sono morti durante manifestazioni di protesta in Cisgiordania, e nelle ultime settimane ci sono stati diversi scontri interni ad Israele tra palestinesi e gruppi di estrema destra.

L’invito è quello di assicurare il diritto alla vita, alla sicurezza e alla libertà di espressione dei palestinesi, e di ricostruire i centri abitati distrutti di Gaza, essenziali per una pace duratura e sostenibile.

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