ONU stronca la Corea del Nord, mentre gli USA preparano la guerra preventiva

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Una risoluzione ONU votata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza impone sanzioni pesantissime a Pyongyang.

L’ONU, su proposta degli Stati Uniti, ha approvato oggi una risoluzione molto dura contro Pyongyang ed il suo leader, il dittatore Kim Jong-un. Le nuove sanzioni consistono in un divieto assoluto di esportazione di alcune materie prime, in particolare piombo, carbone, ferro e prodotti della pesca. Un colpo molto duro per l’economia della Corea del Nord (già molto debole), che vale un miliardo di dollari annuo (ovvero un terzo delle entrate legate alle esportazioni).

Gli USA, tuttavia, avrebbero voluto un testo ancora più duro se possibile. La bozza presentata all’ONU infatti comprendeva anche misure per impedire l’accesso ai mercati valutari internazionali e il blocco delle forniture di petrolio. 

Questi passaggi sono stati eliminati durante la fase di mediazione con gli altri membri del Consiglio di Sicurezza. Medicina amara da ingoiare per il presidente Trump, ma necessaria per far si che vi fosse l’approvazione del testo. Anche la Cina, maggiore partner commerciale di Pyongyang nonché, solitamente, strenua oppositrice delle misure contro la Corea del Nord all’ONU, ha votato a favore della risoluzione.

Oltre a colpire un settore importante per l’economia nordcoreana come l’export, le nuove sanzioni pongono nuovi paletti tanto alla possibilità di stipulare joint-ventures tra Pyongyang e altri stati quanto alle attività della Foreign Trade Bank. Inoltre, viene introdotto anche il divieto di inviare nuovi lavoratori all’estero. 

Intanto, il timore per i nuovi missili intercontinentali sviluppati da Pyongyang rende molto nervosi gli Stati Uniti. Nonostante la risoluzione ONU varata oggi, il consigliere per la difesa nazionale H. R. McMaster ha dichiarato che gli USA sono pronti anche alla guerra preventiva se Kim Jong-un non cesserà i test.

«Se mi chiedete se stiamo preparando piani per una guerra preventiva rispondo di sì», ha dichiarato McMaster alla televisione, aggiungendo come «Trump sia stato molto chiaro su questo. Ha detto che non tollererà più le minacce della Corea del Nord. Per lui è intollerabile che abbiano armi nucleari che possano minacciare gli Usa. L’opzione militare è dunque sul tavolo». 

Tutto ciò anche se consapevoli che una guerra del genere sarebbe fonte di sofferenze immense per la popolazione civile. E, ancora più grave, tutto ciò senza sapere neanche quale sia l’effettiva gittata dei missili coreani. 

Il doppio obiettivo delle nuove sanzioni è di a tenere a bada gli Stati Uniti e spingere Kim Jong-un a scendere a più miti consigli. Saranno sufficienti?

Lorenzo Spizzirri