L’offerta della Spagna è Minorca, nelle Baleari, dove i 107 profughi potranno finalmente toccare terraferma dopo 18 giorni in mare.
Sarà Maiorca il porto sicuro per Open Arms?
Il Presidente di Open Arms, Riccardo Gatti dichiara ai cronisti del molo di Lampedusa: “Con la nostra imbarcazione a 800 metri dalla costa di Lampedusa, gli Stati europei stanno chiedendo a una piccola Ong come la nostra di affrontare 590 miglia e tre giorni di navigazione in condizioni meterologiche peraltro avverse, con 107 persone stremate a bordo e 19 volontari molto provati che da più di 24 giorni provano a garantire quei diritti che l’Europa nega. Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di garantire, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari, che queste persone finalmente sbarchino in un porto sicuro”.
Poi propone: “Per dare dignità ai naufraghi potrebbero trasferirli a Catania e da lì in aereo portarli a Madrid. Affittare un Boeing per 200 persone viene 240 euro a passeggero. La soluzione Acquarius, lo scorso anno, per una nave della guardia costiera è costata 250 mila euro mentre la spesa per l’altra nave neanche si è saputa”.
Cosa fa l’Italia?
L’Italia continua la sua politica anti-immigrazione e Matteo Salvini non piega certo il capo a un’altra nave umanitaria con a bordo 107 persone. E se il motto “Porti chiusi” sembra esser così efficace per il consenso elettorale, lo è un po’ di meno nella realtà dei fatti. Tutto ciò è dimostrato dall’arrivo di migranti con imbarcazioni indipendenti e non di Ong, fulcro del decreto sicurezza bis. Qualche ora fa, infatti, è sbarcato sull’isola di Lampedusa un gruppo di migranti soccorso dalla Guardia di Finanza.
Dalla Francia arrivano buone notizie: la sindaca di Lille, Martine Aubry, si dichiara disponibile ad accogliere alcuni dei 40 migranti della Open Arms.