Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato a giudizio Matteo Salvini. Il leader della Lega risponde di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la Procura illegittimamente, alla nave della Ong catalana Open Arms, con a bordo 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa. Per giorni i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola.

Sul caso si era espresso anche il tribunale amministrativo del Lazio (Tar) il 14 agosto 2019, rispondendo a un ricorso presentato dall’organizzazione spagnola. Il Tar aveva sospeso il decreto che impediva alla nave di entrare in acque territoriali italiane, riconoscendo “un eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso”. Il Tar aveva inoltre sostenuto che il soccorso era avvenuto in condizioni “di eccezionale gravità e urgenza”.

Nonostante la decisione del tribunale del Lazio, il ministro dell’interno firmò un nuovo decreto per impedire l’ingresso dell’imbarcazione nel porto di Lampedusa, ma i ministri della difesa e dei trasporti (Trenta e Toninelli) a quel punto rifiutarono di firmare il decreto. La nave, tuttavia, attraccò a Lampedusa solo il 20 agosto, dopo diversi ricorsi presentati dall’ong alla procura di Agrigento e al tribunale dei minori. Fu decisivo l’intervento del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che dopo essere salito a bordo, decise di disporre lo sbarco e il sequestro preventivo della nave, ipotizzando il reato di omissione di atti di ufficio. Nel decreto di sequestro preventivo, il pm di Agrigento Luigi Patronaggio aveva ricordato quali sono le normative internazionali sottoscritte dall’Italia che regolano il soccorso in mare. “L’obbligo di salvataggio delle vite in mare costituisce un dovere degli stati e prevale sulle norme e sugli accordi bilaterali, finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”, aveva scritto.

La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”, è la reazione di Salvini, in un post sui social, alla notizia. “Sopporto cristianamente”, ha poi aggiunto. È  una decisione dal sapore politico più che giudiziario”, ha aggiunto Salvini. 

Il processo comincerà il 15 settembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo. La Procura di Palermo aveva chiesto il rinvio a giudizio del senatore. In aula per l’ufficio inquirente c’erano il Procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il pm Gery Ferrara.”A mio avviso sul banco degli imputati dovrebbe esserci qualcuno che gioca sulla pelle degli esseri umani mettendone veramente a rischio la vita. Perché se qualcuno gira, non per sei giorni, il tempo del mio presunto sequestro, ma per 13 giorni per il Mediterraneo in attesa di raccogliere altri immigrati, chi è il sequestratore? Chi gioca sulla pelle di questi poveri ragazzi? Sono contento perché al processo sono convinto emergeranno delle verità”, ha aggiunto il leader della Lega. Di tutt’altro avviso l’accusa che punta molte delle sue carte sul reato meno grave, il rifiuto d’atti d’ufficio che se riconosciuto consoliderebbe anche l’ipotesi di sequestro di persona. La procura guidata da Francesco Lo Voi si è soprattutto concentrata sulla mancata concessione dei porti italiani all’attracco della Open Arms, un atto non politico ma esclusivamente amministrativo su cui Salvini avrebbe agito in completa autonomia, informando il premier e il Consiglio dei ministri solo a cose fatte. “L’ex presidente del Consiglio Conte si è espresso in maniera chiarissima – ha sostenuto in aula Lo Voi per contestare la difesa di Salvini – la concessione del porto sicuro era di competenza esclusiva del ministro dell’Interno che agiva in totale autonomie informando il resto del governo a cose fatte”.