Coronavirus, rinviata anche l’ora legale: agli italiani non sta più tanto simpatica

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Di Redazione Metropolitan

Ogni giorno che passa è accompagnato da un bollettino. Cresce il numero dei morti, ma anche quello dei guariti. Crescono i contagiati e crescono le file al supermercato. Cresce anche il senso di impotenza, la sensazione che il nostro destino non sia nelle nostre mani. Vale ancora la pena sperare, ma non è semplice. Nel mentre, con il Coronavirus arriva anche l’ora legale.

Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci più forte domani

Roma, 29 Marzo 2020. Arriva l’ora legale. Quanti di noi ci hanno pensato? Eppure ogni anno la consapevolezza di avere un’ora di sole in più è stata accolta come un bell’ospite a cena. I giovani presi dal loro vizio di innamorarsi in primavera, passeggiare con gli amici e poter rincasare più tardi, godendo prima di un tramonto o di un parco in fiore. Via i giubbotti pesanti, spazio ai colori, al tempo delle feste all’aperto e gli aperitivi sui lungomare.

Gli adulti, spesso meno romantici, non disdegnano comunque il risparmio sulle bollette. Certo, andare a lavoro un’ora prima, per gli sfortunati che lavorano di domenica, non è sempre motivo di buonumore.

Se date uno sguardo ai trend su Google, noterete una certa indifferenza sul tema. Non è che non ci interessi più il sole, è che ci risulta anonimo come un bel film che esce in un cinema chiuso al pubblico. A onor del vero, il cinema ci interessa ancora. Controllando gli stessi trend delle ultime 24 ore, si nota che gli italiani sono più interessati a Psycho, in prima serata in tv, che all’ora legale. Come compatirli.

Perchè sono pochi gli adulti che questa Domenica andranno a lavoro. Chi non ci va paradossalmente è più sfortunato, almeno stavolta. I giovani gli aperitivi li faranno, ma su Skype. Siamo all’ultimo giorno di una settimana che ha in ordine sparso raccontato record di morti, calo dei contagi, crescita dei contagi, emissione di buoni spesa, rifiuto tedesco per l’utilizzo di Eurobond, prolungamento delle misure restrittive, San Pietro deserta, Mattarella che sgrida l’Unione Europea ma anche Gianni, impavido cameraman. Da noi si ammalano persino Bertolaso e Borrelli, in prima linea per la lotta al Coronavirus. Uno si prende il virus, l’altro una semplice febbre, ma si è spaventato comunque. Fuori dai confini non va meglio. Si ammalano i reali inglesi e il primo ministro. Si è ammalata anche la vicepresidente del governo spagnolo, come fosse par condicio.

I virologi sembrano gli sceneggiatori de La casa di carta. Qualsiasi cosa accada, il professore l’aveva prevista. Se aumentano i morti è drammatico, ma anche previsto. L’unica cosa che non si riesce a prevedere è quale settimana sarà decisiva, tanto che i nostri scommettono ogni volta sul fatto che sarà proprio questa. Da settimane. Noi ci fidiamo dei nostri scienziati, chiediamo soltanto si mettano un po’ d’accordo per non confonderci ancora le idee.

Ci fidiamo degli scienziati, un po’ meno dell’Europa?

La situazione è drammatica per il mondo intero. Da quando il Covid-19 è stato dichiarato ufficialmente pandemico dall’Oms, sono cresciute le misure restrittive in tutti i paesi occidentali. Di pari passo, o più velocemente, sono cresciuti i contagi. Sul fanalino di coda crescono però anche gli interventi economici. Se negli Usa ogni cittadino avrà diritto a 1200 dollari, in Italia ci possiamo per ora permettere i buoni spesa, 600 euro una tantum per le partite Iva e casse integrazione ai dipendenti per i mesi futuri. Ma gli italiani, che spesso sono stati accusati di eccessive lamentele in tempi più luminosi, sono oggi straordinariamente comprensivi nei confronti del Governo, pur nelle difficoltà in cui ci si ritrova tutti.

D’altronde si può essere partigiani davvero soltanto in tempi eccezionali, mica ogni giorno. Non saranno d’accordo le sardine (che fine hanno fatto?) e tanti filosofi dell’essere perennamente partigiani, ma tant’è. In ogni caso, mentre registriamo vicinanze per l’esecutivo, dobbiamo raccontare una crescente sfiducia verso le attuali politiche Ue. Non soltanto perchè Schengen è stato violato de facto. Saranno dolorose ancora per anni, sulle nostre finanze, le parole della Lagarde, così come quelle più recenti di Ursula von der Leyen, che darebbe ragione a Germania e Olanda sul veto riguardante gli Eurobond.

Come andrà a finire la discussione sul tema lo scopriremo prossimamente. Intanto, segnaliamo come preoccupante il fatto che cresce lo scetticismo nei confronti della nostra Unione, perchè ad essere scettico non è un certo elettorato, ma anche tanti cittadini europeisti, anche illustri personaggi di caratura mariomontiana più che salviniana.

Se ci saranno le forze per uscirne senza perdere troppo sangue, potremo davvero abbracciarci di nuovo. Ma chi abbracceremo? Gli spagnoli e i francesi? Oppure davvero abbracceremo un’Europa intera che dopo questa vicenda vorrà chiamarsi ancora Unione? Se vorrà, dovrà dimostrarlo subito e a tutti gli stati membri.

I balconi, sui quali per qualche giorno abbiamo inneggiato, sono sempre più silenziosi. La tristezza accade e non occorre fermarla, fa parte del nostro essere umani. Un giorno quei balconi si riempiranno di nuovo, come le nostre vie e le nostre piazze.

Per ora, dobbiamo constatare che la speranza invocata è sofferente e perde colpi, tanto che anche se il Sole da oggi tramonterà un’ora più tardi, sembra non interessarci più. Come se non bastasse, alcune nostre fonti segnalano che questa sarà, straordinariamente, una pasquetta soleggiata in tutta la Penisola. C’era da aspettarselo.

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