L’orbiting, letteralmente “orbitare” in inglese, è un comportamento che si verifica spesso nelle relazioni sentimentali e descrive una situazione in cui una persona, mantiene una presenza online nella vita dell’altra persona pur evitando qualsiasi contatto significativo nella vita reale.

L’orbiting: un potenziale interesse amoroso

Ghosting, paperclipping, love bombing, breadcrumbing e ora orbiting: sembra che la Generazione Z abbia trovato nuovi termini per comunicare meglio le nuove interazioni social(i). Più in particolare, questi concetti mettono in luce la complessità di relazionarsi con qualcuno al giorno d’oggi. Il termine “orbitare” è volto proprio a dare l’idea della presenza di una persona nella nostra orbita sociale.

Like alle storie, ai post, commenti e nuovi seguiti: viene dimostrato il proprio interesse tramite un mezzo, senza cadere nel coinvolgimento sociale reale. L’ orbiter lancia il sasso ma nasconde la mano: evita qualsiasi interazione che possa portare a un reale incontro. Potrebbe essere un potenziale interesse amoroso, come un ex che vuole ricordare la sua esistenza.

Si tratta dunque di una presenza non presente. Dal vivo non viene dimostrato nessun coinvolgimento, anzi, viene mantenuta un’area di disinteresse decisamente incoerente rispetto all’interesse mostrato tramite i social.

Una partita a scacchi

L’orbiting contiene in sé la tendenza a mantenere un’attenzione persistente, che riflette la nostra mania dell'”osservare“. Questo può accadere tramite la pubblicazione costante di contenuti, cadendo nell’oversharing per la speranza di essere notati. Inizia un gioco online fatto di indizi nascosti e like occasionali. Si tratta di una vera e propria partita a scacchi.

Il segreto è non mostrare direttamente il proprio interesse. Essere presenti, ricordare la nostra esistenza, ma non esplicitare direttamente i nostri sentimenti.

Quali sono i rischi? Beh, prima di tutto questo gioco costante potrebbe portare a una perdita di tempo volto al cercare di decifrare indizi e codici per comprendere l’interesse di qualcuno. In secondo luogo, l’orbiting esalta questa difficoltà delle nuove generazioni di chiudere i rapporti. Attraverso i social, restiamo aggiornati sulla realtà di una persona, monitoriamo, anche involontariamente, la vita che viene costruita senza di noi . Così facendo si cade in un circolo fatto di frecciatine e discussioni, alimentato dalla non accettazione dei miglioramenti avvenuti senza la nostra presenza.

Che sia un potenziale amore o una vecchia fiamma, l’orbiting è la dimostrazione che le attuali relazioni amorose sono circondate da una complessità tale da far scordare che la nostra felicità è un obiettivo più facile da realizzare. Si pensa che i social abbiano reso semplici le interazioni amorose. In realtà, le hanno solo complicate.

L’aspetto paradossale dell’orbiting

Perché è così difficile dichiarare apertamente i nostri interessi? Perché ci ostiniamo a complicare la situazione quando in realtà la risoluzione ai nostri desideri potrebbe essere più semplice?

L’aspetto paradossale dell’orbiting risiede proprio nel fatto che ci si ingegna per far captare il nostro interesse, ma dal vivo ci si comporta con indifferenza. Forse perché potrebbe subentrare la vergogna e la mancanza di coraggio. Ma mettiamo il caso che i nostri intenti si realizzano e la persona che ci interessa noti i nostri sentimenti. Alla fine, lo sa comunque. Si, non mi sono esposto dal vivo, ma l’ho fatto tramite i social.

E’ proprio in questo punto che si inserisce il paradosso dell’orbiting, concretizzato ormai in dinamiche relazionali che non hanno più senso. E’ diventato legittimo un certo modo di comportarsi, che però ha perso logica e consistenza.

In più, si perde la magia. Quella magia costruita dall’alchimia dell’incontro, dalla presa di coraggio per una confessione e dall’adrenalina alimentata dal non sapere se i nostri sentimenti sono ricambiati o no. Per dirla come Erich Fromm, si perde quella magia di quando si fa l’amore un’arte.

E’ indubbiamente vero che le relazioni amorose si evolvono in concomitanza della vita sociale. Se quest’ultima viene trasferita nel mondo online, inevitabilmente i nuovi rapporti subiscono l’influenza delle norme e delle convenzioni imposte da questa società 2.0.

Forse però, finiamo per emozionarci di cose che in realtà potrebbero non esistere, se non, perdere l’occasione di vivere le emozioni a causa di questo gioco virtuale.

Martina Capitani

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Ph: Orbiting – Photo Credits nytimes.com