Musica

Origin of Symmetry, la landa desolata del genio di Bellamy

Il 17 Luglio 2001 usciva “Origin of Symmetry“, un album simbolo della carriera dei Muse. Tra teorie di fisica quantistica e sentimenti di alienazione, qui si gettano le basi che hanno regalato fama mondiale alla band composta da Matt Bellamy, Dominic Howard e Chris Wolstenholme.

Origin of Symmetry – I Muse più sperimentali

Il genio di Matt Bellamy e l’affiatamento che da sempre sta dietro al trio inglese dei Muse nel 2001 ha dato come risultato Origin of Symmetry, un album che ha sfornato singoli come “Plug In Baby” con il suo potentissimo riff di chitarra, la sublime “Bliss“, “New Born” o l’affascinante “Citizen Erased” da pelle d’oca.
Un rock più hard del disco di debutto e decisamente sperimentale rispetto a quello del successivo “Absolution” ma che, per la natura del gruppo e per la mente creativa di Bellamy rappresentano ancora oggi il punto più alto della produzione del trio inglese.

Bellamy, cantante dall’estensione vocale notevole, chitarrista tanto abile da meritarsi il titolo di “chitarrista del decennio” nel 2009 secondo Total Guitar è anche un mago del pianoforte e in questo album ne dà piena dimostrazione.
Il gioco di suoni è un dialogo tra la chitarra energica e il piano che culla l’orecchio, con una batteria che dirige il cambio ed il basso spesso distorto che concerta il tutto.
L’atmosfera complessiva dell’album è riconducibile ad una alienazione quasi fantascientifica di cui si fa emblema la copertina dell’album.

Idee impegnate

Se i suoni di questo album, infatti, sono unici rispetto all’intera discografia dei Muse, è molto interessante capire l’idea che sta dietro alla musica, perché questa impronta (data da Bellamy) segna invece anche i lavori futuri della band. Il cantante è sempre stato affascinato da esperimenti scientifici e grandi teorie di fisica, nonché di teorie del complotto (di cui non si fa, tuttavia, promotore) e spesso le idee per testi e video delle canzoni dei Muse nascono dalle sue voraci letture.

Origin of Symmetry
La copertina di “Origin of Symmetry”. Immagine web.

Il nome “Origin of Symmetry” deriva infatti dal concetto di Supersimmetria (riconducibile ad una prima stesura della teoria delle stringhe) analizzato dal fisico Michio Kaku nel libro “Hyperspace“. Sempre questo libro ha dato ispirazione anche alla quarta traccia dell’album, “Hyper Music“, mentre “Space Dementia” parla della sensazione di confusione e incertezza provata dagli astronauti dopo aver trascorso molto tempo nello spazio.

Riferimenti alla fisica, alla matematica, alla filosofia e in modo indiretto alla teologia (“Megalomania“) rendono l’album estremamente impegnato anche dal punto di vista dei contenuti, ma ricordiamo che all’interno del disco troviamo anche una riuscitissima cover, “Feeling Good“.

Personalmente, ho trovato il baricentro dell’album in “Citizen Erased“: tra il basso cupo e la voce sofferente di “Darkshines” in contrasto con il piano dolce nell’intro di “Bliss” e all’energia positiva che scatena subito dopo, quei 7 minuti abbondanti di Citizen arrivano dritti sottopelle e smuovono corpo e mente. Non siamo più nel nostro ambiente, ma in una landa desolata che Matt Bellamy ha creato per farci prendere una pausa dal frastorno di idee impresse nei testi del disco.


Francesca Staropoli

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