Ornella Vanoni, Sanremo 2021: la raffinatezza di un’interprete senza tempo

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Di Stella Grillo

Ornella Vanoni a Sanremo 2021: l’artista, infatti, sarà presente sul palco dell’Ariston durante la quinta serata. Poliedrica, eclettica, sofisticata simbolo indiscusso della musica leggera italiana.

Ornella Vanoni, classe ed eleganza: il volto della musica leggera

Una percorso iniziato nel 1956 e tutt’ora attivo: Ornella Vanoni è fra le artiste con la carriera musicale più longeva nel panorama musicale italiano. Originale, sofisticata, poliedrica: considerata fra le maggiori interpreti della musica italiana, lo stile di Ornella Vanoni si contraddistingue da una timbrica vocale riconoscibile. Un repertorio ampio e variegato, una personalità artistica dinamica ed eclettica: dagli esordi con le Canzoni della Mala, alla bossa nova, il jazz e, la particolare predilezione, alla canzone d’autore italiana. Anche quest’anno l’artista sarà presente al Festival di Sanremo 2021.

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Nell’arco della sua ricca carriera salirà sul Palco dell’Ariston ben otto volte: si aggiudica il secondo posto nel 1965 e nel 1968, rispettivamente, con Abbracciami Forte e Casa Bianca. Nel 1966, sarà sesta con Io ti darò di più insieme ad Orietta Berti, presente anche lei al Festival di Sanremo 2021. Nel 1967, con La musica è finita di Franco Califano, arriverà al quarto posto; quell’anno, le sarà conferito anche il premio Lady Festival (premio eleganza). Nel 1970 con Eternità e nel 1999 con Alberi, sarà la volta del quarto posto, mentre, nel 1989 parteciperà alla gara canora con Io come farò, rientrando nel decimo posto. La Vanoni è anche l’unica cantante italiana ad aver vinto due Premi Tenco.

Una vita fra teatro, musica, emozioni e arte

Interprete, attrice, artista a tutto tondo: eppure, pochi sanno che Ornella Vanoni voleva fare l’estetista. Dopo aver frequentato diversi collegi in Svizzera, Francia e Inghilterra, tornata a Milano nel 1953 decide di iscriversi all’Accademia di Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler di cui, poco dopo, ne diverrà la compagna. Dei suoi esordi dirà:

”Sono stata una ragazza inventata. Inventata dagli altri. Di mio avrei voluto fare l’estetista, niente di più. Avevo l’acne e avrei voluto curare la pelle, la mia e quella degli altri. Ero andata a studiare Lingue in Inghilterra, in Svizzera, in Francia e quando tornai a Milano non sapevo che cosa fare. Fu un’amica di mia madre a lanciare l’idea: “Hai una bella voce, perché non fai l’attrice?”. Mi iscrissi alla scuola di recitazione del Piccolo. Il giorno degli esami d’ammissione ero terrorizzata, tanto da sentirmi male. Sapevo che nella commissione c’erano grossi nomi, Strehler, Paolo Grassi, Sarah Ferrati. Recitai un pezzo dell’Elettra, ero follemente emozionata, chiedevo scusa a tutti, mi interrompevo […] Mi presero. Dopo un anno divenni la compagna di Strehler, era il ’55. E fu scandalo. Avevo vent’anni, lui era sposato, non c’era il divorzio e, per di più, viveva da solo, era di sinistra ed era un artista. Mia madre si lamentava, piangeva: “Così ti rovini, ti devi sposare».

Nel 1956 debutta come attrice in Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello: inizia, così, un percorso teatrale che durerà anche in seguito. Giorgio Strehler, successivamente, la indirizzerà verso un genere divenuto noto negli anni ’50, proprio grazie alle interpretazioni di Ornella Vanoni: le Canzoni della Mala. Strehler trarrà ispirazione da alcune antiche ballate dialettali in cui si narravano vicende di cronaca nera; questi spunti serviranno a creare stesure testuali i cui contesti si incentravano sulla malavita. La sua prima incisione sul genere risale alla storica etichetta Ricordi, ed è datata 1958. In seguito, si allontanerà da Strehler non ritenendo il suo stile di vita adatto ad una ragazza poco più che ventenne. L’artista andrà alla ricerca di nuovi stimoli artistici.

Ornella Vanoni, Sanremo 2021: l’incontro con la canzone d’autore

Sono gli anni in cui nasce la canzone d’autore. Nel 1960, alla Ricordi, incontra Gino Paoli. Non solo inizia una rigogliosa e florida collaborazione artistica: l’incontro con Paoli, infatti, le permette di riconoscersi e cimentarsi in repertori più consoni e congeniali alle sue interpretazioni. Il cantautore della Scuola Genovese e l’elegante interprete milanese intraprendono un’intensa storia d’amore: Gino Paoli le dedicherà, in primis, Me in tutto il mondo; successivamente, la celebre Senza Fine, storico ritratto musicale di Ornella Vanoni. Una carriera alternata fra teatro e musica in cui vincerà due premi S.Genesio: il primo nel 1961 come miglior attrice per “L’idiota” di Achard, il secondo nel 1963. Nel 1964, sarà la volta di “Rugantino” di Garinei. Da lì in poi, solo musica: incide brani di Paoli, di Luigi Tenco ( Tu non hai capito niente)  vincendo il Festival di Napoli 1964, interpretando con Domenico Modugno Tu sì ‘na cosa grande. Seguiranno, in questi anni, varie partecipazioni al Festival di Sanremo. Nel 1973, invece, Ornella Vanoni si trasferisce a Roma e fonda la sua casa discografica, la Vanilla.

Ornella Vanoni, Sanremo 2021: l'artista al Festival di Napoli nel 1964 - Photo Credits: wikipedia
Ornella Vanoni al Festival di Napoli nel 1964 – Photo Credits: wikipedia

Ha inizio un lungo sodalizio con il paroliere e produttore discografico Sergio Bardotti. Ormai è un’icona di raffinatezza, classe ed eleganza: signora della canzone e simbolo del Made in Italy, sarà Gianni Versace a occuparsi dei suoi look. Sono gli anni dal 1978 al 1983 e, a questo periodo, risalgono i successi Musica, musica e Vai Valentina; non mancano i sodalizi musicali con Loredana Bertè, Caterina Caselli e Lucio Dalla. Dal 1985 in poi, ecco far capolino gli anni delle tournée, dei ritorni a teatro e di progetti discografici importanti: in un momento di crisi della canzone italiana, Ornella Vanoni interpreta i più grandi successi italiani di tutti i tempi a Manhattan, esibendosi insieme ai maggiori jazzisti di tutto il mondo. Sarà Mario Lavezzi l’altro fondamentale produttore artistico della Vanoni, riuscendo a connotare l’artista di un nuovo stile fra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio.

Ornella Vanoni, Sanremo 2021: le interpretazioni più celebri

Quest’anno, Ornella Vanoni sarà co-conduttrice nella serata finale del Festival di Sanremo 2021. Ma quali sono i più grandi successi della signora della musica leggera? Sono ben 61 gli album da lei pubblicati per cui, è quasi impossibile fare una classifica; tuttavia, è innegabile come alcuni titoli siano divenuti leggendari:

  • La musica è finita: parole di Franco Califano e musica di Umberto Bindi, il brano fu presentato al Festival di Sanremo 1967. Quest’anno, sarà presentato al Festival di Sanremo 2021 da Annalisa, nella terza giornata dedicata alle cover;
  • Senza fine: scritta da Gino Paoli proprio per Ornella Vanoni che la registrò e pubblicò nel 45 giri Senza fine/Se qualcuno ti dirà. Era il 1961 e l’etichetta di cui faceva parte tentava di allontanarla dalle Canzoni della Mala, un genere che l’aveva incasellata fin troppo, proiettandola verso uno stile sofisticato e femminile;
  • Io ti darò di più: probabilmente fra i maggiori successi della Vanoni. Il brano fu presentato Sanremo e inserito nell’album “Ornella” del 1966;
  • L’appuntamento: fra le canzoni più amate della signora della musica leggera, un brano amatissimo ispirato a Honey (I Miss You) di Bobby Russell;
  • Una ragione di più: continua il sodalizio con Franco Califano: il testo, infatti, appartiene al cantautore romano e alla stessa Ornella Vanoni, mentre la musica è opera di Mino Reitano;
  • Insieme a te non ci sto più: testo e musica di Paolo Conte ma l’interpretazione della Vanoni resta una fra le più note delle tante realizzate.

Stella Grillo

Immagine di Copertina: Ornella Vanoni – Photo Credits: casertaweb.com