Orson Welles, il punto di vista unico di un grande regista

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Di Redazione Metropolitan

Orson Welles - Photo Credits: web
Orson Welles – Photo Credits: web

Il 10 Ottobre 1985, all’età di 70 anni, ci lasciava Orson Welles. Nonostante i suoi film di maggior successo abbiano ormai più di 50 anni, il suo Cinema resta ancora attuale. Probabilmente per la sua grande sperimentazione, volta ad allontanarsi dal cinema classico. Tra i suoi film più famosi ricordiamo “Quarto potere” con il quale nel 1942 ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale e “Othello” con il quale ha vinto la Palma D’Oro nel 1952.

Artista a tutto tondo, Welles ha operato in ambito teatrale, cinematografico e radiofonico. Inizia infatti la sua carriera in radio, con il suo programma “La guerra dei mondi”. Si tratta di uno sceneggiato radiofonico molto originale che ai tempi generò molta paura negli statunitensi, convinti di essere attaccati dagli alieni. In seguito al successo del suo programma radiofonico la casa di produzione RKO decide di dargli fiducia e fargli un contratto da un film all’anno. Il primo film è “Quarto potere” (1941) che diventerà il suo maggior successo.

Frame dal film "Quarto potere" di Orson Welles
Frame dal film “Quarto potere” di Orson Welles

Lo stile sperimentale di Orson Welles

Lo stile di Welles è sperimentale e trasgressivo. Il regista statunitense riprende le magie del cinema delle attrazioni di Méliès e il grottesco dell’espressionismo tedesco, proponendo un suo punto di vista unico. E’ proprio questo l’elemento che caratterizza il cinema di Orson, che predilige l’uso di grandangoli per distorcere l’immagine o inquadrature da posizioni strane. Altra grande caratteristica del regista è la profondità di campo, che attraverso zone in ombra e tagli di luce ben pensati, conferisce all’immagine una tridimensionalità sconcertante.

Orson affida tutta la drammaticità dell’azione non al montaggio, ma proprio allo spostamento degli attori sulla scena. Lo sperimenta nel suo primo film e si ripete, seppur con maggiore sobrietà, nel secondo, “L’orgoglio degli Amberson”. In questo film è interessante l’esperimento della “profondità di campo” sonora con la sovrapposizione di dialoghi e rumori in modo del tutto nuovo. Tuttavia, dopo altri due film con la RKO il regista, stanco delle continue modifiche al montaggio operate dalla casa di produzione, rescinde il contratto. La sua sperimentazione cinematografica non può che essere indipendente.

Trailer dell’ultimo film di Orson Welles, “L’altra faccia del vento”

Il testamento di un grande regista

Nella sua carriera Orson Welles ha avuto modo di sperimentare, e ha all’attivo 13 film. L’ultimo film che ci ha lasciato nel suo testamento registico è “L’altra faccia del vento”.  La pellicola, in realtà, ha avuto tempi di lavorazione molto lunghi, e alla morte del regista ne erano stati montati solo 50 minuti. Dopo molti anni, superati molti problemi di diritti di proprietà, è stato ultimato. Per montarlo sono stati consultati tutti gli appunti di Orson Welles, e il film è stato finalmente presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2018, per poi essere distribuito da Netflix.

Orson Welles, con la sua profondità di campo e le sue inquadrature da punti di vista particolari, ha segnato l’arte cinematografica per sempre. Per poterlo fare è dovuto andare via da Hollywood per trovare uno spazio dove far sentire la sua voce liberamente, senza che nessuno modificasse i suoi film per scopi commerciali. Il suo è stato il coraggio di un vero artista. Perché come ha raccontato lui “Hollywood è un quartiere dorato adatto ai giocatori di golf, ai giardinieri, a vari tipi di uomini mediocri ed ai cinematografi soddisfatti. Io non sono nulla di tutto ciò.”. E lo ha dimostrato.

Paola Maria D’Agnone

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