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Ottobre 22, 2024, martedì

Oscar 2021, l’architetto David Rockwell ci racconta la scenografia

L’architetto David Rockwell ci racconta la scenografia che ha in mente così da poter rendere meno noioso l’evento. C’è grande aspettativa per la 93a edizione degli Academy Awards, che si terrà di in presenza domenica 25 aprile a Los Angeles. Sebbene sarà la cerimonia più ristretta nella storia degli Oscar (solo i nominati, più un ospite), è anche destinata a essere una delle più complicate. Tra i rigorosi protocolli COVID-19 e una trasmissione che incorpora diversi “hub” dislocati tutto il mondo.

L’architetto e scenografo ha ideato un set che promette una cerimonia senza intoppi. Studiato per rendere il tutto più interessante possibile per chi la guarderà da casa. E per farlo userà un’intera stazione ferroviaria.

Oscar 2021: Rockwell in diretta da zoom ha diretto i lavori scenografici

Il set di quest’anno, ovviamente, sarà molto diverso, ma non così diverso dagli Academy Awards di un tempo. La prima cerimonia degli Oscar nel 1929, infatti, fu decisamente più tranquilla, vista da pubblico di circa 270 ospiti all’Hollywood Roosevelt Hotel. I biglietti costavano solo dollari. “L’idea era di una cena molto semplice ma bellissima”, dice Rockwell. “In un certo senso, abbiamo ricevuto un invito a tornare a quel tipo di intimità e a quel tipo di connessione.”

Rockwell è in Zoom da Los Angeles, dove ha passato giorni e notti alla Union Station a mettere insieme il set. “È un tornado molto organizzato e intenso”, dice. Non è la prima volta che il suo studio viene coinvolto per gli Oscar. Oltre ad aver progettato il Dolby Theatre di Hollywood è autore anche delle scenografie per le cerimonia nel 2008 e nel 2009.

Domenica prossima, la storica Union Station di Los Angeles si trasformerà in un luogo scintillante per l’evento principale e le esibizioni che precederanno e seguiranno gli Academy Awards. La biglietteria in noce dell’atrio, lunga 33 metri, sarà trasformata in un anfiteatro in miniatura. Il prato antistante, invece, si trasformerà in uno dei salotti all’aperto più glamour del mondo per gli artisti che si divertiranno (a distanza) e poseranno per le telecamere.

Rockwell ci racconta la scenografia senza svelare le immagini per gli Oscar 2021

La strategia di Rockwell è stata quella di creare una “stanza nella stanza“. L’anfiteatro punteggiato di banchetti circonda un palco in mogano “molto semplice ma piuttosto bello” spiega l’architetto.

Ispirato dai cancelli Art Déco che si affacciano sugli edifici storici di Los Angeles, il team di progettazione ha ideato uno schermo permeabile color platino per definire l’area della cerimonia. Senza oscurare l’eccentrica architettura della stazione. Il set design ha dovuto fare un intervento più consistente del solito, poiché le regole per la tutela l’edificio non consentivano di sospendere i sistemi di illuminazione e gli altoparlanti al soffitto. La soluzione è un sistema di lampade ombreggiate a tema Oscar su ogni panca, che fornisce un’illuminazione localizzata sufficiente per illuminare i volti dei candidati, mentre gli altoparlanti incorporati nei tavoli trasmetteranno il suono.

All’esterno, il prato della stazione si trasformerà in una fantasia floreale per il pre e il post show. Quest’area è stata ispirata, ancora una volta, da quella prima cerimonia degli Oscar, ma anche dal vivido dipinto di Maxfield Parrish del 1918 Il Giardino di Allah. Una serie di ponti rialzati in teak proteggerà il paesaggio (e assicurerà che nessuna Manolo Blahnik affondi nell’erba), mentre gli alberi di jacaranda saranno addobbati con lanterne tra pallet galleggianti di rose, orchidee, ortensie, papaveri e garofani. in questo spazio, i giornalisti potranno intervistare gli ospiti, i nominati sorseggiare drink mentre si rilassano sui divani bassi Mah Jong di Roche Bobois (tra i preferiti di Rockwell) e i DJ metter i dischi (a curare l’aspetto musicale quest’anno sarà Questlove).

Questo tipo di improvvisazione è la chiave per conquistare il pubblico, qualcosa che Rockwell ha imparato nei suoi decenni sia come architetto che come scenografo.

Alessia Scrima

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