È inutile nascondersi dietro ad un dito. Ogni anno, gli Oscar, sono il centro di gravità permanente del cinema mondiale. Ogni anno, per quanto mondani e, di fatto, poco utili, attirano l’interesse mondiale su di loro. E anche quest’anno non sarà da meno. Le nomination della 96esima edizione dei premi Oscar sono tra le più scontate degli ultimi anni, nascondendo però decisamente qualche sorpresa. Prima di tutto non si è ripetuto il barbenheimer avuto in estate. Barbie si ferma a 9 nomination contro le 13 di Oppenheimer. E il colossal di Nolan è seguito a ruota da Povere Creature! di Yorgos Lanthimos con 11 e da Killers of the Flower Moon con 10. Anatomia di una caduta di Justine Triet porta a casa 5 nomination pesantissime: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Riflettiamo quindi un attimo su quello che queste nomination ci raccontano dello stato del cinema americano e del suo dominio commerciale sulla settima arte che, piano piano, goccia dopo goccia, lascia sempre più spazio ad una internazionalità ritrovata.
Oscar 2024: irrompe il cinema oltre oceano
Partendo dalle nomination a miglior film straniero, è possibile porre una riflessione più ampia sugli Oscar. Prima di tutto c’è il nostro paese che torna in nomination per il premio di miglior film internazionale dopo Sorrentino nel 2022 con È stata la mano di Dio. Le possibilità di vittoria finale di Matteo Garrone con Io Capitano sono molto basse (contro ci sono due meraviglie come La zona d’interesse di Jonathan Glazer e Perfect Days di Wim Winders) ma la speranza è l’ultima a morire. Resta comunque fondamentale sottolineare il livello, quasi fuori scala (e se ci mettiamo in mezzo Anatomia di una caduta lo diventa del tutto), di quanto la qualità dei film stranieri in concorso sia elevata. Io Capitano, La zona d’interesse, Perfect Days, The Teachers’ Lounge e Anatomia di una caduta sono tutte opere incredibili e diversissime tra loro. Ma soprattutto, opere che già da ora sono scolpite nell’immaginario collettivo e internazionale, già da ora sono film conosciuti e riconosciuti come grandiosi. Quello dei film internazionali è un dato molto importante per comprendere qual è l’andamento del cinema americano e la visione dell’estero da parte degli Stati Uniti. Se negli ultimi anni il cinema oltre oceano è sempre più entrato nei premi Oscar (Parasite il caso più eclatante, ma anche opere come Drive My Car di Hamaguchi o gli europei Triangle of Sadness di Ostlund e Niente di nuovo sul fronte occidentale di Berger), quest’anno assistiamo ad una commistione molto più pressante tra cinema americano e internazionale. Complici anche le nuove direttive sulle nomination (i premi di quest’anno sono i primi che dovranno rispettare i 2 standard su 4 di inclusività), ormai l’internazionalità sembra essere la quotidianità nell’Accademy. Certo, le nomination più pesanti sono ancora in mano a film americani (Oppenheimer e Killers of the Flower Moon su tutti) ma il cinema europeo si è affacciato con prepotenza. Già solo per le nomination del film di Justine Triet che porta a casa quelle decisamente più importanti, fino a Glazer con La zona d’interesse che è nella lista sia di miglior film, di miglior film internazionale e di miglior sonoro. O ancora la categoria di miglior regista che vede solamente due nominati su cinque statunitensi. Insomma, l’America resta padrona di sé stessa, ma è impossibile non notare quanto il cinema mainstream e commerciale si sia tanto aperto a nuove vedute e nuovi pensieri. E per la settima arte è solo che un bene.
Previsioni
Ma perché, almeno per le categorie principali, non provare a fare dei pronostici? Partendo dal miglior film internazionale, nella speranza che Garrone possa trionfare, dovrebbe però spuntarla uno tra Perfect Days e La zona d’interesse, con quest’ultimo leggermente favorito. Per la sceneggiatura non originale abbiamo i pezzi grossi della serata degli Oscar: da Barbie inserito all’ultimo nella categoria (doveva essere in sceneggiatura originale) fino a Oppenheimer e a Povere Creature, con questi due che si contenderanno la statuetta, anche se il primo è il favoritissimo. In quella originale, invece, difficilmente Anatomia di una caduta può fallire, anche se The Holdovers guadagna tanto consenso. Per l’attrice non protagonista si può andare ad occhi chiusi sulla straordinaria interpretazione di Da’Vine Joy Randolph per The Holdovers. Per l’attore non protagonista la corsa è a due tra i due Robert: Downey Jr e De Niro, anche se il primo è in vantaggio netto visto i premi della stagione. Con il premio di attrice protagonista Emma Stone può scalfire il primato di Lily Gladstone nella categoria forse più in dubbio di tutta la serata. Miglior attore andrà quasi sicuramente al magistrale Cillian Murphy, anche se Paul Giamatti è in lizza. Miglior regia, probabilmente sarà il filo diretto di miglior film, con entrambi in mano a Nolan per Oppenheimer, a meno di piacevoli sorprese (Scorsese con il suo ennesimo capolavoro meriterebbe qualcosa). Non ci resta allora che attendere la notte tra il 10 e l’11 marzo, quella delle stelle, per capire se avremo indovinato oppure l’Academy ci riserverà delle sorprese.
Alessandro Libianchi
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