Il 12 Luglio 1904, in una piccola località del Cile chiamata Parral nasce uno dei poeti più importanti di tutti i tempi, Ricardo Reyes Basoalto– alias Pablo Neruda. Il padre si chiamava José del Carmen Reyes Morales ed era un impiegato delle ferrovie. La Madre, Rosa Neftalí Basoalto Opazo era un’insegnante, che morì di tubercolosi quando Pablo era ancora piccolissimo. Il futuro poeta comincia a mostrare interesse per la letteratura fin da subito. Un’ importante figura fu Gabriela Mistral, futuro Premio Nobel, sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica.
Il suo primo poema “La canzone della festa” viene pubblicato quando aveva 17 anni. Nel 1920 per le sue pubblicazioni inizia ad utilizzare lo pseudonimo di Pablo Neruda, in omaggio a Jan Neruda, che in seguito gli verrà riconosciuto anche legalmente. Nel 1924 riscuote notevole successo con “Venti poesie d’amore e una canzone “disperata“, una raccolta di poesie d’amore, successivamente si dedicò alla carriera diplomatica, come console del Cile vive per alcuni anni in Oriente, esperienza che lo ispira a scrivere Residenza nella terra (1923-35).
La carriera diplomatica
Allo scoppio della Guerra civile spagnola (1936), anziché dichiararsi neutrale, si schiera con la Repubblica contro i franchisti e per questo viene destituito. La partecipazione alla guerra civile spagnola (1936-1939) segnò il passaggio alla poesia sociale e politica con la raccolta La Spagna nel cuore (1937).
Nel 1945 viene eletto senatore in Cile nella lista del Partito comunista nelle province nordorientali del Cile di Antofagasta e Tarapacá, e pochi mesi dopo prende ufficialmente la tessera del Partito Comunista del Cile. Tutto cambia quando il candidato ufficiale del Partito Radicale per le elezioni presidenziali, Gabriel González Videla intraprende una dura repressione contro i minatori in sciopero nella regione di Bío-Bío, a Lota, nell’ottobre 1947. La disapprovazione di Neruda culmina in un discorso davanti al Senato cileno, chiamato in seguito “Yo acuso“, dove legge l’elenco dei minatori tenuti prigionieri.
Pablo Neruda e il Premio Nobel
Il governo Videla si era rapidamente trasformato in un governo autoritario, da cui Neruda prende completamente le distanze. Videla emana un ordine d’arresto contro Neruda, costringendo il poeta ad una fuga di 13 mesi nascosto da amici e compagni. Durante l’esilio fugge anche in Italia, dove scrisse I versi del capitano (1952) e Le uve e il vento (1954). Nel 1971 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura; poi già sofferente per una grave malattia, ritornò a Santiago, dove morì il 23 settembre 1973. Dopo la sua morte uscirono le sue memorie, Confesso che ho vissuto.
Le opere più importanti
Tra le sue opere più importanti vi sono “Residenza sulla terra“, “I versi del Capitano“, “Cento sonetti d’amore“, “Canto generale“, “Odi elementari“, “Stravagario“, “Le uve e il vento“, il dramma “Splendore e morte di Joaquin Murieta” e il libro di memorie “Confesso che ho vissuto“.
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