
Una partenza fumantina dalla quale sgrezzarsi e l’inveterata abitudine di non vincere tra le proprie mura. Ad oggi sembrano fattori lontani ad indice di come il Palermo stia mutando la propria pelle, traslando le prestazioni opache in pragmatismi vincenti e convincenti.
Il Palermo che verrà
Gli spunti offerti dagli ultimi turni di Serie C portano inesorabilmente ad analizzare i rosanero sotto una luce molto più fulgida.
Il derby giocato -e non perso- col Catania date le restrizioni di rosa che hanno costretto gli uomini di Boscaglia ad affrontare la gara con soli undici effettivi disponibili.
La trasferta insidiosa di Castellamare di Stabia sublimata in referto dai primi tre punti stagionali.
Ma soprattutto l’ultimo scontro con la Paganese nel quale si è annoverato il primo segnale da grande squadra: una vittoria assertiva in grado di sfatare il taboo del Barbera che durava dal marzo scorso.
L’impressione è che Roberto Boscaglia stia facendo valere le sue idee tecnico-tattiche al netto di una prima parte di stagione dimenticabile.
In attesa del pieno recupero di tutti i componenti effettivi, il Palermo visto in campo domenica è il prodotto antesignano di quello che sarà.
Kanoute sgroppante e determinante, Broh sempre più funzionale al sistema di interdizione e strappo che in molti bramavano, il potere all’esperienza di Martin e la sua regia.
Il 4-2-3-1 in atto -però- risulterebbe inefficace senza un ariete di punta che la spinga dentro.
Così, mentre circolano voci sulla volontà di Mario Balotelli di accasarsi nella propria città natale, un altro compaesano si prende la scena a suon di incornate e reti.
Ora Andrea Saraniti cerca di vivere la sua redenzione a 32 anni, con tutto da guadagnare al cospetto della sua madrepatria.
Barbera et nunc
Considerare il Palermo di oggi un punto di arrivo e/o di partenza risulterebbe però errato.
Sarebbe deprecabile immaginarsi uno stop immediato dopo un minifilotto di due vittorie consecutive.
Altresì è arrogante pensare che da qui a fine stagione i rosanero possano mantenere il vessillo di squadra da battere senza, indubbiamente, fare conto degli impegni ravvicinati che causeranno un vorticoso spreco di energie.
Ed ecco motivata l’importanza della gara vinta tra le propria mura domenica con la Paganese.
Ostracizzare il trend al Barbera risultava fondamentale per affrontare con maggiore fiducia le prossime quattro gare -tutte da disputare in casa.
Il fattore casa ai tempi del Covid non è più quella risultante data dal calore dei propri tifosi che animano i 90′.
L’unico effettivo vantaggio è dunque quello di non dover viaggiare per trasferte, uscendo dall’isola e rischiando il contagio durante le traversate.
Dunque, a Palermo è vietato prorogare la propria ascesa redente…hic et nunc, qui e ora.
Si parte domani, ospite il Potenza di Ciro Capuano che non naviga certamente in acque mogie e confortanti.
A seguire ci saranno Turris, Monopoli e Viterbese.
Obiettivo quello di limare lo svantaggio dal gruppo di testa: la Conca d’Oro è una piazza troppo importante per lasciarla sfigurare nel nome del calcio.
Alessandro Rossi