In uno sport di respinta e di squadra come la pallavolo è facile sviluppare il gioco a seconda delle proprie caratteristiche fisiche e di tattiche. È allora facile intuire le differenze di gioco tra la pallavolo maschile e femminile.
Tra maschile e femminile: forza fisica e tattica
Nel momento in cui confronteremo una partita di volley maschile con una di volley femminile noteremo facilmente delle differenze. La prima è sicuramente l’altezza: nelle partite maschili la rete viene posta a 2.43m e i giocatori raggiungono altezze non indifferenti per superare il muro avversario. Nella pallavolo femminile, invece, l’altezza della rete si ferma a 2.24m.
Non è poi difficile accorgersi che anche il gioco sviluppato sia diverso. La pallavolo maschile è solitamente più veloce, i palloni alzati sono più spinti e per accorciare il tempo per l’attacco. Al contrario, a causa della differenza di forza fisica tra i sessi, nel femminile il gioco espresso risulta leggermente più lento. Le alzate sono leggermente più alte, l’attacco meno rapido e la forza impressa alla palla inferiore.
Fast o Opposto?
Nelle differenze tra maschile e femminile, ad influire nello sviluppo del gioco, non è solo la forza fisica ma anche le disposizioni tattiche che si adottano. Il femminile ha sviluppato un gioco predisposto maggiormente ad attaccare “dietro il palleggiatore”. Tecnicamente, le ragazze curano lo stacco ad un piede, gesto utile ad attaccare palloni rapidi alle spalle del proprio alzatore, più o meno distanti. Le centrali che attaccano in fast permettono di utilizzare la rete per tutta la sua lunghezza, prendendo un po’ di anticipo sul muro avversario. La nostra Simona Gioli è stata considerata per anni “Regina della fast” per la sua abilità ad attaccare qualsiasi tipo di pallone dietro la palleggiatrice.
Questa tattica non è condivisa nel settore maschile. I centrali infatti prediligono i primi tempi in “base 1“, davanti al palleggiatore. Questa scelta è naturale se consideriamo l’influenza del ruolo dell’opposto nella pallavolo: nel maschile questo ruolo attacca indifferentemente sia da prima che da seconda linea. La presenza di un opposto che attacca bene e forte, come ci si aspetta da questo ruolo, può colmare la variante tattica dei primi tempi dietro al palleggiatore come nel settore femminile.
Tra maschile e femminile: l’organizzazione in campo
Le differenze tra pallavolo maschile e pallavolo femminile si riflettono nelle disposizioni globali in partita.
Il settore maschile fa della battuta uno dei suoi cardini: quella più diffusa è la salto-spin che mixa il fattore tecnico con quello fisico. Questo tipo di battuta non ha un tasso di riuscita elevatissimo, ma la forza con la quale è scagliata la rende difficilissima da ricevere.
Nel femminile l’utilizzo di questo specifico fondamentale è limitato e si predilige più una battuta tattica, anch’essa di difficile ricezione. La battuta in jump float è studiata per mettere in difficoltà la linea dei ricettori avversaria e limitare così il gioco avversario.
Essendo diverse le tecniche di battuta, anche il fondamentale di ricezione è diverso tra maschile e femminile.
È comunemente diffuso in entrambi l’uso del bagher laterale, soprattutto per far fronte alla jump float. Tuttavia, nelle situazioni preparate o di velocità non elevata, si predilige preservare la frontalità rispetto alla palla per avere più controllo del gesto tecnico.
Insieme alla diffusione della jump float, come abbiamo già visto qui, sta prendendo piede la ricezione in palleggio. Nonostante nel maschile sia ancora un po’ indietro e si continui a prediligere il bagher laterale, nel femminile si tende a far salire la linea dei ricettori per accorciare la traiettoria della battuta.
Nella fase di muro-difesa le disposizioni sono sempre di squadra, e variano a prescindere dal settore. È comunque diffuso che nel femminile si prediliga una disposizione muro-difesa a “doppia parallela“. Questa consiste che il muro copra all’attaccante le diagonali e lasci più spazio alla parallela, così da permettere al giocatore di posto 6 di raddoppiare verso il lato esterno del muro, a cavallo della zona 1.
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