Mesi di lockdown, giorni interi chiusi in casa per timore del Covid o per non diffonderlo. Dall’inizio della pandemia, nulla ci ha fatto compagnia come la lettura di un libro o la visione di un film. L’arte ha dimostrato la sua importanza capitale nelle nostre vite accompagnandoci dentro le nostre case e, nello stesso momento, rinunciando a noi. Sì, perché, stando in casa, non potevamo popolare cinema o musei. Le sale in cui la meravigliosa capacità umana ha dato mostra di sé si sono immerse nel silenzio. Svuotate del suono dei nostri passi e delle nostre voci. A due anni di distanza e con l’allentamento delle misure restrittive, l’arte e il cinema si sono ripresi?

Come l’arte ci ha aiutato ad attraversare la pandemia

L’arte non ha valore di sopravvivenza. Lo dichiarava ne “I quattro amori C.S. Lewis, autore de “Le Cronache di Narnia“. Eppure passare giorni interi in casa senza niente di tutto quello che può andare sotto il termine ombrello di “arte” sarebbe stato impossibile. Quando le notizie dal mondo si facevano pesanti, buie come le strade senza le luci accese dei locali, rifugiarsi in un mondo altro è sembrata una delle poche soluzioni. In un mondo fatto di inchiostro, di immagini, di colori e storie cui chiedevamo di sostituirsi, anche solo per qualche ora, alle nostre.

L’arte potrebbe non avere valore di sopravvivenza, ma, per quello che sappiamo, non avremmo potuto fare senza. Nel mentre, musei e cinema registravano un calo di affluenza. Sotto i nostri impotenti occhi, la bellezza veniva congelata, messa lì in attesa che tornasse la speranza. E noi con essa. Oggi che ci si avvicina di nuovo alla normalità, pagare il debito è un atto dovuto. Visitare l’ultima mostra in città, comprare un biglietto del cinema, fare con l’arte ciò che lei ha fatto con noi: aiutarla a vivere. Aiutarla a riprendersi da questa pandemia che ha sconvolto anche la sua vita.

L’arte e il cinema si stanno riprendendo dalla pandemia?

I cambiamenti nelle modalità di fruizione non devono sorprendere. Uno sconvolgimento non lascia le cose così come le ha trovate, o non sarebbe tale. Il cinema però non promette bene. Nel fine settimana prima degli Oscar le sale italiane hanno incassato 2,87 milioni di euro, il 62,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e il 21% rispetto al weekend precedente, quando già erano del 22% rispetto a quello prima ancora. Un calo continuo, insomma, che non concede segnali di speranza. Almeno in Italia: secondo l’UNIC, negli oltre 30 Paesi europei che monitora, il numero di spettatori nel 2021 è salito del 38% rispetto al 2020. A farci compagnia nel fanalino di coda sono: Estonia, Lettonia, Lituania e Slovacchia, mentre dove sono cresciuti per la maggior parte (47,1%) è in Francia.

Qualche segno di speranza proviene dai musei

Secondo i dati ISTAT, 8 musei su 100 non hanno più aperto al pubblico nel periodo post-lockdown. Una grave perdita in termini di bellezza e di lavoro. Nel 2021 i musei hanno registrato una crescita di affluenza del 31% rispetto al 2020, ma comunque un calo di oltre il 69% rispetto al 2021. Il museo più visitato è il Louvre di Parigi, seguito dal Museo statale russo di San Pietroburgo.

In Italia il sito che ha incassato di più è il Colosseo, con 16,8 milioni di euro nel 2021, seguito dai Giardini di Boboli e da Pompei. In totale i musei europei hanno chiuso per oltre 31.000 giorni, l’equivalente di 86 anni di visite. Un periodo lunghissimo, anche troppo, che non si può recuperare con facilità. In linea di massima, quindi, i musei sembra si stiano timidamente riprendendo, ma nella graduatoria trovare uno dei meno noti a livello mondiale è arduo.

Per entrambi i settori, la chiave è lavorare sulla comunicazione

Non è più tempo di affiggere la locandina e aspettare che arrivi il pubblico perché si abbiano buoni incassi né si può aprire le porte di un museo e aspettare i visitatori senza far qualcosa. La contemporaneità, ancor più in un periodo così difficile, ci ha mostrato il potere della comunicazione. Che è enorme ed è del tutto nelle nostre mani. Basta solo saperlo usare a proprio vantaggio. Alcuni settori dell’industria cinematografica lo fanno; i musei più attivi sui social sono stati premiati. Gridare al mondo che si esiste può rivelarsi vincente quando questo è troppo impegnato a salvarsi per darti ascolto,

Il debito che abbiamo con la bellezza, ci si augura, farà il resto.

Sara Rossi