Paola è la figlia, amatissima, di Luciano De Crescenzo, celebre scrittore e filosofo italiano.

Brillante, ironico e a tratti malinconico, De Crescenzo ha scritto un pezzo di storia della letteratura italiana, pubblicando ben 50 libri e vendendo più di 20 milioni di copie in tutto il mondo. Un grande successo, che però non l’ha mai cambiato, e a cui ha contribuito anche Paola, la figlia nata dalle nozze con Gilda, il suo grande amore.

Amico di Marisa Laurito, Renzo Arbore e Maurizio Costanzo, De Crescenzo arrivò al successo grazie al libro Così parlò Bellavista, pubblicato nel 1979 e partire dagli anni Ottanta divenne un autore, sceneggiatore e scrittore di grande fama, in Italia e all’estero.

Fra i suoi lavori più riusciti c’è senza dubbio un’autobiografia – Sono stato fortunato – in cui ha scelto di raccontare senza peli sulla lingua la sua esistenza, compresa la separazione, molto dolorosa, dalla moglie.

“quando ci siamo sposati Gilda aveva 21 anni e io 33” ha raccontato lo scrittore, svelando la gioia per l’arrivo della figlia Paola e il dramma della separazione che lo portò persino a pensare ad un gesto estremo.

Paola, chi è la figlia di Luciano De Crescenzo

Paola De Crescenzo ha ereditato dal padre l’ironia e la passione per la letteratura. Molto riservata e lontano dai riflettori, è sempre rimasta accanto a papà Luciano, supportandolo anche nel suo lavoro di scrittore.

Il legame fra i due, come ha raccontato lo stesso De Crescenzo, è sempre stato fortissimo nonostante il divorzio da Gilda, avvenuto quando Paola aveva 3 anni. “Non ricordo un giorno, da quando io e Gilda ci siamo lasciati, che non abbia trovato anche pochi minuti per chiamare al telefono mia figlia” ha svelato nella sua autobiografia

«Lo ricordo seduto alla sua scrivania, intento a lavorare al computer. Era così concentrato da non sentire lo squillo del telefono che gli era accanto. Ma secondo me pensava semplicemente: “Tanto qualcuno risponderà”», racconta Paola De Crescenzo. Le giornate del padre? Sveglia all’alba, poi caffè al bar e lettura dei giornali. Poi ufficio, dove alternava la scrittura dei libri con quella degli articoli. Con la figlia invece affrontava temi filosofici, come lo scorrere del tempo. «Ne parlava non solo con me, ma anche con i suoi amici più cari, accostando spesso concetti filosofici al vivere quotidiano, riuscendo a dar vita a una conversazione leggera e profonda allo stesso tempo».