Paola Comin è stata l’ufficio stampa di Alberto Sordi negli ultimi dieci anni di vita dell’attore scomparso il 24 febbraio 2003 a causa di un tumore ai polmoni.

L’agente di spettacolo sarà ospite a La Volta Buona dove interverrà in uno spazio dedicato al celebre artista che sarà ricordato nella puntata del talk condotto da Caterina Balivo in onda a partire dalle 14:00. Durante la sua carriera, ormai intrapresa da lunghi anni, ha avuto il privilegio di assistere personalità di rilievo come Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Lino Banfi, Paolo Conticini e Riky Tognazzi. Proprio con Alberto Sordi ci fu un rapporto non solo lavorativo, ma anche di grande amicizia. Ospite ad Oggi è un altro giorno aveva ricordato con queste parole l’artista:

Paola Comin, l’eredità di Alberto Sordi

Paola Comin e Alberto Sordi

L’ho seguito negli ultimi 10 anni, durante i quali ha fatto solo 3 film, però abbiamo girato tanto insieme. Ci spostavamo in giro per il mondo anche per prendere vari premi….Lui ha saputo fare così bene l’italiano perché lo rappresentava davvero. Era generoso ma anche parsimonioso, non gli piaceva sprecare. Era pavido ma anche coraggiosissimo. Poi era così sicuro delle sue qualità che le critiche gli scivolavano addosso, ma sempre con grande modestia e umiltà”.

A Storie Italiane aveva rivelato riguardo al patrimonio: L’eredità di Sordi è andata alla fondazione di Alberto Sordi come da volontà di Alberto e della signorina Aurelia Sordi, lui diceva che tutto quello che aveva lo doveva al suo pubblico. La volontà di Alberto è stata totalmente rispettata dalla signorina Aurelia, questo è ciò che lui voleva….Il testamento aveva un unico erede, non vi erano lasciti, solo la richiesta che le persone che lavoravano nella villa fossero riassunte a tempo indeterminato, non c’erano altri lasciti. Decise quindi di fare una donazione, una cosa normalissima. Lasciò dei soldi a tutti quelli che lavoravano nella casa di Sordi”.

La Comin ha inoltre parlato di un grande desiderio che attanagliava Sordi: “I grandi come Sordi, Totò, Tognazzi non sono purtroppo conosciuti dai giovani ma andrebbero sempre ricordati. Prima di morire, Alberto voleva insegnare la storia d’Italia nelle scuole, poi purtroppo si è ammalato. La recitazione è stata la sua vocazione, però diceva anche che se si fosse sposato avrebbe voluto essere un buon marito, ma con le tentazioni sarebbe stato difficile. Avrebbe anche voluto dedicarsi bene a eventuali figli ma non aveva il tempo per farlo”.

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