Tra gli effetti causati dalla pandemia, ce n’è uno più che positivo. Sembrerebbe infatti che la seconda ondata da Coronavirus (Covid-19), stia favorendo la parità genitoriale, con l’ascesa della figura paterna in famiglia.
Un mondo totalmente rivoluzionato, vite sconvolte, tanti cambiamenti a causa della pandemia, la quale ci ha portato ad adattarci a nuovi stili di vita. In primis in famiglia. Se la prima ondata di contagi con annesso lockdown, ha messo sulle spalle prevalentemente della donna la cura dei figli, sembrerebbe che la seconda ondata stia portando ad una maggiore parità delle figure genitoriali. Da mesi infatti, molti genitori si sono trovati a dover gestire tutto da casa. Lavoro in smart working, faccende domestiche ma soprattutto i figli, con tutto ciò che li riguarda, come l’ intrattenimento e la didattica a distanza. Situazione ancora più complicata, considerando l’impossibilità di ricevere supporto da quelle figure dedicate prima presenti in molte famiglie, come le baby-sitter o i nonni. Dinamiche difficili imposte dal virus che, secondo molti, avrebbero modificato profondamente la struttura familiare.
Parità genitoriale: papà più presenti grazie al lockdown
Interessante a tal proposito, la riflessione di Alexandra Topping sul The Guardian, la quale ha affermato che secondo molti studiosi e ricercatori, il 2020 avrebbe apportato importanti trasformazioni alla figura paterna, nella divisione delle mansioni domestiche e della cura della prole. Il tutto derivante dal costringimento a casa dovuto al lungo periodo di lockdown. Sarebbero aumentate infatti le ore che gli uomini trascorrono con i loro bambini, e questo avrebbe sbilanciato la routine prevalente in molti contesti familiari, presente prima dello scoppio della pandemia.
Topping ha poi riportato alcuni dati molto interessanti raccolti nel Regno Unito dall’Ufficio Statistiche Nazionali (Office for National Statistics). Durante il periodo del primo lockdown, è risultato un aumento del 58% nella cura dei figli da parte degli uomini, il cui orario lavorativo sarebbe diminuito di un’ora e 37 minuti al giorno; ovviamente è risultato anche un aumento nelle cure materne, ma il gap di genere si è notevolmente ridotto.
Stando al quotidiano britannico, tale novità avrebbe dato il via ad altre rilevanti conseguenze, relative soprattuto ai modelli lavorativi. Pare che molti governi stiano incentivando le aziende a promuovere il lavoro da remoto, la flessibilità d’orario e iniziative di welfare per i dipendenti e le loro famiglie. Il tutto, non solo a causa dell’emergenza derivante dal virus, ma anche per dare il via ad una nuova modalità di concepire il lavoro. Infatti, con il lockdown totale durato alcuni mesi, molti capi ai piani alti hanno potuto constatare quanto possa fare la differenza la flessibilità. L’amministratrice delegata del Chartered Management Institute ha affermato:
I leader aziendali hanno visto in prima persona cosa comporta destreggiarsi tra lavoro e vita familiare e che entrambi i genitori devono essere autorizzati a farlo. […] I padri sono essenziali per il progresso della parità di genere delle madri. Senza progresso per i padri a casa non ci può essere progresso per le madri a lavoro, sono due facce della stessa medaglia.
Covid-19 e la licenza parentale
Molti paesi hanno intrapreso un percorso di cambiamento in questo senso. In Italia i genitori con impiego hanno la possibilità di prendere 15 giorni di licenza parentale, con una indennità pari al 50% se hanno figli minori di 12 anni, oppure senza stipendio se i figli hanno un’età maggiore. Inoltre, possono richiedere un bonus del valore di 600 euro per provvedere a modalità di accudimento alternative. Tale bonus può arrivare a 1000 euro in caso di necessità di personale sanitario.
Sicuramente un cambiamento positivo per molti uomini. Sarebbe necessario che ognuno di noi si impegnasse in questo senso, per far sì che tale percorso di trasformazione del ruolo paterno possa continuare. Il tutto – ovviamente- col sostengo delle istituzioni. Il fatto che i papà riescano a trascorrere più tempo con i loro figli, non può fare altro che giovare ai bambini. Non solo! Avere più tempo a disposizione vuol dire anche poter contribuire alla cura domestica e quindi al benessere della famiglia. Un toccasana anche per le donne, che potranno sentirsi aiutate e affiancate in uno dei ruoli più difficili al mondo, il genitore.
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