Patrizia Cavalli, la grande poesia e il linguaggio contemporaneo

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio a Roma alla scoperta di una grande poetessa contemporanea. Parleremo, di linguaggio contemporaneo, di corpo, esistenza ed esperienza. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Patrizia Cavalli e alle sue opere

“Quelle di pochi versi arrivano da sole, bussano alla porta e io apro. Cammino, mi parlo nella mente, scrivo un paio di versi e correggo. Nelle poesie lunghe, come La patria, c’è un intero sistema di pensiero. Nelle brevi la concentrazione è immediata”

Con queste parole in un intervista Patrizia Cavalli ha spiegato la genesi delle sue poesie che fin dagli anni 70 animano la scena letteraria italiana. Sono versi apparentemente semplici e quotidiani in cui in realtà si rivela tutto il vissuto della Cavalli. La poetessa umbra ebbe come amica e mentore la grande Elsa Morante che fu tra le sue prime estimatrici

Lo stile poetico di Patrizia Cavalli

Patrizia Cavalli e l’incontro con Elsa Morante, fonte SunsetPark

Si dalla sua prima raccolta di poesie intitolata “Le mie poesie non cambieranno il mondo” fino alle più recenti “Pigre divinità e pigra sorte” e “Vita meravigliosa” lo stile di Patrizia Cavalli appare ben definito. La sua è una poesia complessa caratterizzata da una metrica classica ed un linguaggio moderno e quotidiano privo di manierismo. I suoi sono versi rivelano una grande filosofia subordinata all’esistenza e ad un rapporto viscerale tra corpo e mente.

Le traduzioni letterarie

Patrizia Cavalli ha tradotto con successo anche opere di altri autori tra cui recentemente William Shakespeare. In particolare, ha cercato di restituirci le opere del celebre drammaturgo inglese con un linguaggio vivo rispettandone la lingua, come ha spiegato in un’intervista:

“Sono rimasta più che fedele al testo, ma cercando di cogliere davvero la lingua shakespeariana nelle sue sonorità e sfumature. Shakespeare è sempre pieno di riferimenti e sottotesti che vanno compresi per poi trovare una lingua ricca e trasparente”

Stefano Delle Cave