Tutto accadde dopo che il 23 agosto 1982 Patty Pravo sposò il secondo marito John Edward Johnson, chitarrista statunitense di otto anni più giovane di lei a San Francisco.

In quel momento per la legge italiana la Pravo risultava ancora formalmente sposata con Franco Baldieri, arredatore romano sposato nel 1972. Quel matrimonio con Baldieri, che suscitò molto clamore all’epoca anche perché lui era a detta di molti apertamente omosessuale, durò pochissime settimane ma non venne mai ufficialmente annullato. “Per amore di Jack rischierò la galera” disse all’epoca la Pravo. Poi però il matrimonio americano naufragò anch’esso dopo 10 anni.

La Pravo ha spiegato: “Lavoravo con Vangelis all’album Tanto, entro nel suo studio e vedo un bellissimo ragazzo che suona il basso, Paul Martinez. Poi un altro, bellissimo, che suona la chitarra, Paul Jeffrey. Amarci in tre fu naturale. Abbiamo anche abitato insieme a Roma […] Le nozze vere sono quelle con Martinez. Il problema nasce quando sposo a San Francisco l’americano Jack Johnson, grande chitarrista. Dopo Pensiero stupendo, me n’ero andata a vivere lì per bisogno di normalità. Comunque, venne fuori che il matrimonio con Baldieri non era stato annullato bene. Dunque, ero bigama. Mi salvai perché scoprimmo che ero ancora sposata anche con Martinez e la trigamia non è contemplata dalla legge. In totale, fanno sei mariti, quattro veri”.

Patty Pravo e il matrimonio celtico con l’ultimo marito Riccardo Fogli

Non va dimenticato tra l’altro che incredibilmente la Pravo poteva essere accusata di “trigamia”. Infatti nel 1973 aveva sposato con un rito celtico non valido in Italia Riccardo Fogli a Gretna Green in Scozia. Lui lasciò addirittura i Pooh per lei e nonostante fosse anch’egli sposato in Italia si unì alla Pravo. La loro unione, anche quella, durò pochissimo e l’anno dopo la cantante si sposava con Paul Jeffery, chitarrista inglese al quale rimane legata per cinque anni. Insomma una vita a dir poco turbolenta dal punto di vista amoroso quella della Pravo che non a caso diceva di sè: “Ero la prima vera hippy in quegli anni Sessanta: ribelle, irrequieta, assertrice dell’amore libero quando ancora una donna veniva giudicata priva di virtù soltanto se fumava in pubblico”.