Nato ad Aix en Provence (Francia) il 19 gennaio 1839, Paul Cézanne è considerato uno dei più grandi artisti del XIX secolo. È di origini italiane. La sua famiglia proveniva infatti dal Piemonte e aveva cognome “Cesana”, poi francesizzato in “Cézanne”.
Intraprese gli studi di diritto, ma li abbandonò per seguire la vocazione artistica. Questa sua decisione, portò a vari scontri con il padre, imprenditore ricco e di successo. Pur non apprezzando la scelta del figlio di divenire artista, egli gli permise di frequentare le migliori scuole di Francia, come l’Ecole de Dessin di Aix.
Paul Cézanne e gli inizi impressionisti
A ventidue anni, Cézanne si trasferì a Parigi, capitale dell’arte europea. Lì conobbe Pissarro, Bazille, Monet, Renoir e Sisley e con loro, cominciò a frequentare il Café Guerbois, luogo di ritrovo di quelli che successivamente sarebbero diventati “Gli impressionisti”.
Fu grazie a quelle amicizie che partecipò alla prima mostra impressionista nel 1874. Così come Monet e Renoir, per ritrarre la realtà in maniera più realistica, Cézanne si affidava ai fenomeni percettivi della luce e del colore, dipingendo in maniera soggettiva, basandosi esclusivamente sull‘impressione suscitata nei loro sensi.
Paul Cézanne, le critiche degli accademici
L’artista prese parte anche alla terza mostra del gruppo impressionista, ma non aderì mai del tutto al movimento, continuando ostinatamente a inviare le proprie opere al Salòn, rassegna istituzionale realizzata e giudicata dagli “accademici”.
L’idea di inviare le proprie opere al Salòn, fu un progetto ambizioso. I suoi dipinti, troppo audaci e innovativi, venivano puntualmente rifiutati dai rigidi giudici accademici che accettarono di esporre una sua opera solo nel 1882 e solo grazie all’intercessione del pittore Antoine Guillemet, suo amico e membro della giuria.
Dall’insuccesso alla solitudine
I continui insuccessi, tanto alle mostre degli impressionisti quanto presso i Salons ufficiali, lo portarono a un periodo di isolamento, aggravato anche dai contrasti con il padre. Questo, però, portò ad un periodo nel quale eseguì diverse opere di rilevante pregio artistico.
Cézanne, tuttavia, diventava sempre più collerico, ombroso, complice anche l’insorgenza di alcune crisi diabetiche. Ad aumentare il suo disorientamento intervenne pure la senescenza galoppante, la depressione e il bipolarismo. Per questo, si ritirò in una cupissima solitudine, alla ricerca di sempre nuove sperimentazioni formali.
Cézanne e il periodo costruttivo-sintetico
Anche se parte del gruppo degli impressionisti, Cézanne fu stimolato a seguire un personale orientamento stilistico. Si pose il problema di “solidificare” l’impressionismo. Quello che consentiva all’artista di cogliere la forma eterna e intrinseca delle cose, era la geometria, ricondotta a forme essenziali quali sfera, cilindro e cono.
Mise a punto la tecnica delle sue brevi pennellate direzionate, ossia disposte in senso obliquo e parallele tra loro. Sfrutta contemporaneamente le proprietà di espandersi dei colori caldi, e di ritirarsi dei colori freddi. Da questo nasce una sintesi volumetrica solida, monumentale, quasi architettonica.
Un approfondimento delle premesse precedenti, portano Cezanne ad attraversare un successivo periodo sintetico, nelle potenti, monumentali e strutturate opere. Esse appaiono di tendenza costruttiva fino ai limiti dell’astrazione, addirittura anticipando quella che sarà la matrice cubista.
Infatti, gli ultimi lavori sono delineati da una netta scomposizione cromatica e geometrica della scena, tipicamente di avanguardia cubista: lo si vede nei paesaggi, in cui le infinite tonalità di color verde creano un equilibrio unico.
Gli ultimi anni di vita
Con la morte del padre, avvenuta nel 1886, Cézanne ne ereditò i beni e diventò ricco. Si trasferì ad Aix-en-Provence dove il suo nome cominciò a farsi strada nel mondo dell’arte, ricevendo in visita giovani allievi, ispirati dal suo lavoro.
Cézanne morì nel 1906 in circostanze particolari. Venne sorpreso da un violentissimo temporale, durante una sessione di pittura en plein air. Il freddo e le ferite lo fecero ammalare gravemente portandolo alla morte nel volgere di pochi giorni.
Nel febbraio del 1907, al Salon d’Automne, gli fu dedicata una imponente retrospettiva commemorativa, che sconvolse un’intera generazione di nuovi artisti, tra cui Picasso e Modigliani. Infatti, egli pose le basi del cubismo ed aprì le strade alle più importanti avanguardie artistiche del Novecento.
Federica Minicozzi