Ottavo album dei Pearl Jam, The Avocado Album, viene pubblicato il 2 maggio del 2006. Deve il suo nome alla foto dell’avocado o Persea Americana, che è presente sia sul fronte sia sul retro della copertina. Qui riff e assoli la fanno da padroni, un album maturo, voce, chitarre, basso e batteria. Uber alles un Eddie Vedder con una voce che risuona sopra ogni cosa, nonchè autore dei testi.

The Avocado Album Photo Credit @Icollector.com

Un diversificarsi di anni di album atipici (rispetto allo standard della band) come “Binaural” e “Riot Act”, dai quali questo nuovo disco vuole prendere in ogni modo le distanze, ricollegandosi nella forma ai lavori precedenti.  I Pearl Jam tornano così a calcare i palchi di tutto il mondo con un nuovo disco, un nuovo album spinti dall’urgenza di parlare al mondo di cosa vuol dire essere americano oggi. Un album che parla dell’uomo in una particolare condizione che è quella della guerra, ma non l’uomo in guerra, ma la persona comune, che scopre la morte in guerra di una persona conosciuta, magari solo di vista, come in “World Wide Suicide” o una madre a cui viene comunicata la morte di suo figlio in guerra, come in “Army Reserve”.

Ma l’album parla anche della condizione di uomo nella società e della sua difficoltà a rimanere se stesso come in “Unemployable”. La “compiutezza” dell’Avocado non è solo una questione formale,tecnica,stilistica, ma anche concettuale, vista la sua diversità da tutto il resto delle produzione della band. L’ascoltatore attento troverà la summa delle influenze heavy-rock del gruppo. Nell’ album dei Pearl Jam è presente, come in Riot Act, Boom Gasper all’organo, Gary Westlake alle tastiere e al piano.

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