Pedri: stile, statistiche e numeri nella Spagna di Luis Enrique

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Di Redazione Metropolitan

La Spagna di Luis Enrique ha un’identità chiara e ben curata: il dominio del possesso palla e un’importante aggressione dell’avversario, almeno su carta. All’interno di questa generalizzazione, si può scorgere quanto sia importante il ruolo di Pedri. Il classe 2002 del Barcellona avrebbe giocato tutti i minuti di questo Euro 2020 se non ci fossero stati i rigori contro la Svizzera, rei di avergli tolto un minuto dal tabellino per far calciare Rodri dagli 11 metri.

Pedri dopo una stagione da 52 presenze con il Barcellona non è in debito di ossigeno e i dati lo dimostrano: è il calciatore ad aver corso di più in questi Europei. La grandezza precoce del centrocampista però non la si trova sui tabellini che recitano 0 gol, 0 assist e un autogol (con grande complicità del portiere Unai Simon).
Il suo talento lo si scorge dapprima con gli occhi, con le movenze di chi potrà essere “uno dei migliori al mondo” secondo Fabio Capello; in seguito lo si conferma anche nei numeri che saranno freddi ma scaldano le intenzioni di Luis Enrique.

Pedri: giocate e moduli prima di Italia-Spagna

Pedri nella Spagna agisce da interno di sinistra nel centrocampo a tre, fisso in partenza e mobile sulla scacchiera come ogni calciatore moderno deve – o dovrebbe – essere. Abitudine già salda nel Barcellona dove ha giocato nel 3-5-2, nel 4-2-3-1 e (appunto) nel 4-3-3; moduli diversi con lo stesso compito: smistare palloni, saltare l’uomo in accelerazione breve, incollare la palla al piede e assistere compagni con filtranti in area.

Tutte azioni che trovano riscontro nelle statistiche: Pedri risulta il 12esimo giocatore ad aver toccato più palloni senza averli persi, completa più di 6 passaggi progressivi (di almeno 9 metri) a partita, l’87% delle volte che tocca il pallone ne rimane in possesso e completa il 91% dei passaggi che tenta (nonostante il dato sia favorito dai molti scambi con terzino e difensore centrale). Insomma, il giocatore ideale per la Spagna e non solo. Soprattutto in virtù di un’altra caratteristica fondamentale: la corsa. Tanta e ordinata, mix che gli consente di essere il calciatore con più km nelle gambe ad Euro 2020: ben 61.5 in 509′ giocati.

Il punto debole di Pedri potrebbe risiedere nella lotta per il mantenimento della sfera. Il calciatore blaugrana vince solamente il 22% dei tackle puri che compie (senza contare i falli commessi) così come non gli risulta possibile avere la meglio nei duelli aerei. Ammaccature naturali in un talento di tali proporzioni e difetti arginabili con la tattica e la copertura di linee preventive; componenti che non dipendono solo da lui ma dalle mani dell’allenatore che lo gestisce. E quelle di Luis Enrique, sia su di lui sia sulla Spagna, hanno dimostrato quanto sia grande la loro fattura.

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Photo Credits: @pedrigonzalez/Instagram