Compie oggi 72 anni Pedro Almodòvar. È il regista simbolo del cinema spagnolo che ha conquistato il pubblico vincendo innumerevoli premi. In particolare ricordiamo un Oscar per “Parla con lei” e due Golden Globe. Ha recentemente presentato a Venezia in concorso il suo ultimo film “Madres paralelas

“Avevo una vocazione molto concreta: volevo fare il regista. E non avevo nessuno che mi facilitasse il percorso. Sapevo che riuscire o meno dipendeva solo da me. Dal disordine mi ha salvato la vocazione”

Queste le parole di Pedro Almodòvar in una recente intervista. Dichiarazioni che svelano l‘importanza salvifica del cinema per un uomo che ha illuminato le scene per 40 anni con la sua poetica intimista. Quel gusto autoriale per la passione che ha animato anche l’ultima Mostra del cinema di Venezia dove ha portato l’ultimo dei suoi lavori , “Madres paralelas”, sulla storia di due madri che si conoscono in ospedale cambiando per sempre le loro vite

L’evoluzione del cinema di Almodòvar

Il trailer di Madres paralelas di Pedro Almodòvar, fonte Warner Bros.Italia

Il cinema di Pedro Almodòvar nasce in maniera sperimentale negli anni 80 con film come “Labirinto di passioni” fino a raggiungere il successo degli anni 90-2000 con lungometraggi capolavori come “Tutto su mia madre” e “Parla con lei”. Non ha disdegnato poi una tematica più intimista come dimostra il recente “Dolor y gloria”. Si può dire che il cinema del grande regista spagnolo si basa soprattutto su i rapporti tra donne e temi difficili come l’ambiguità sessuale e la passione amorosa. Il cinema di Almodòvar affronta, infine, diversi tabù come la critica alla religione.

Non a caso nel suo ultimo film “Madres paralelas” si parla di un argomento spinoso come i desaparecidos della dittatura franchista su cui il regista spagnolo ha detto:

“La memoria storica è una questione ancora in sospeso nella società spagnola che ha un conto in sospeso con le famiglie dei desaparecidos. Sono molto sensibile verso questo argomento di cui si parla ancora troppo poco e al quale volevo dare visibilità”

Stefano Delle Cave