Pena di morte: iniezione letale in Texas

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Di Redazione Metropolitan

Soltanto pochi giorni fa vi abbiamo parlato di pena di morte negli Stati Uniti, quando il governatore dello stato del South Carolina ha deciso di procedere anche con il plotone d’esecuzione per la pena capitale. In 14 stati su 52 è prevista come metodo giudiziario. Al momento, lo stato più attivo è il Texas.

Pena di morte: il Texas è lo stato con più esecuzioni

Dal 1976 il Texas è lo stato in cui vengono eseguite più esecuzioni. Nel 2006 un’esecuzione ebbe delle fasi drammatiche: il condannato a morte, Lamont Reese, ha lottato fisicamente fino all’ultimo momento affermando che la giustizia stava sbagliando e non doveva morire. Un evento simile si verificò sempre in Texas, nel penitenziario di Huntsville, nel 1999. Un uomo, Desmond Jeggins, era stato condannato a morte per aver sparato e ucciso due spacciatori. Si ribellò talmente tanto che gli agenti lo trascinarono con la forza e lo sedarono con uno spray.

In effetti, è capitato frequentemente, in qualche stato più di altri, che venissero rinchiusi nel braccio della morte persone in realtà innocenti: in Illinois ad esempio, una statistica dimostrò che la metà delle persone condannate a morte si erano rivelate successivamente non colpevoli o colpevoli di un reato differente da quello per cui sono state poi giustiziate. Questo portò il Governatore dell’Illinois, George Ryan, a definire il sistema giudiziario del suo stato pieno di errori e a proclamare la moratoria.

Il condannato aveva ucciso sua zia

Come riporta l‘Ansa, in Texas è stato sottoposto a iniezione letale Quintin Jones, un uomo che nel 1999 picchiò e uccise la sua anziana zia di 83 anni. A dicembre scorso, nel rapporto annuale di fine anno sulla pena di morte in Texas pubblicato dalla “Texas Coalition to Abolish the Death Penalty”, è emerso che nel 2020 ci sono state 3 esecuzioni e 2 nuove condanne: è il minor numero di esecuzioni dal 1996. Nel 2019 lo stato ne ha giustiziate 9 ma il picco è stato raggiunto nel 2000 con 40 morti.