Chi andrà in pensione dal 2021 si ritroverà un assegno più basso rispetto a quello attuale per via dell’abbassamento della quota contributiva. Lo ha stabilito il decreto del 1° giugno scorso relativo alla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione di tale quota. Il decreto è stato pubblicato giovedì scorso sulla Gazzetta Ufficiale.
Cosa succede alla Pensione 2021
Che cosa cambia? Fino ad ora, i coefficienti di trasformazione del montante contributivo erano compresi tra il 4,20% per chi lasciava il lavoro a 57 anni di età ed il 6,513% per chi andava in pensione a 71 anni. Tali percentuali ora si riducono, rispettivamente, al 4,186% e al 6,466%.
Va leggermente meglio a chi ha accumulato nell’arco della sua vita lavorativa almeno 18 anni di contributi entro la fine del 1995, visto che la quota contributiva viene calcolata dal 1° gennaio 2012 e, pertanto, a fronte di un montante contributivo di 100mila euro, derivante da uno stipendio annuo di 30mila, la quota C di pensione scenderà da 5.604 euro a 5.575 euro, con un taglio di 29 euro lordi annuali. Anzi: per loro l’impatto potrebbe essere nullo, per effetto del doppio calcolo previsto dalla legge n. 190/2014, dove non è prevista la quota contributiva.