Cinema

“Per Lucio”, il film inedito e il segreto di ‘Gesù Bambino’ stasera in prima tv

“Un mito da quando non era nessuno”. La voce degli amici è fuori dal coro, mentre passano le note delle sue canzoni. Dietro una coltre di pelo, una statura non da cestista, si è librato alto un artista fra il “delizioso sapore dell’insuccesso“, come diceva lui stesso. Lucio Dalla ha sempre deluso le aspettative di tutti, ‘a modo suo’, controcorrente. Partendo in salita, come la sua Mille Miglia del 47, “corsa spaccacuore, dove lamiere, gomme passano a Bologna, come passa il vento in un gran silenzio..”. Stasera in prima tv su RAI Tre, “Per Lucio“: un film-documentario di Pietro Marcello del 2021. Un ritratto ‘irriverente’ come era Lucio, raccontato da chi gli era accanto.

Umberto Righi detto Tobia, che è stato il suo manager sin dall’esordio, e Stefano Bonaga che di Dalla è stato amico dall’infanzia, sono i narratori nel film. Non un assemblaggio di pezzi di repertorio e interviste, ma stasera va in onda la storia dell’Italia, dipinta tragica o sfumata, nelle sue canzoni. Dagli anni del boom economico fino i tragici eventi di fine anni ’70. Con Lucio che è sempre stato cantore degli ultimi; ‘pastori, contadini e classe operaia’, erano gli eroi delle sue canzoni. Anche lui arrivato “a M’lano Città dell’abbondanza e dei miracoli e della Madonna“, come “L’operaio Gerolamo“.

Per la gente del porto mi chiamo..

Curiosamente fra gli amici parliamo sempre di Lucio al presente. Perché è una presenza fuori tempo, anche il suo corpo, la sua voce è lì, c’è”. Il regista di “Per Lucio“, il napoletano Pietro Marcello (già famoso per il suo film “Martin Eden”), ha portato il docufilm prodotto con Rai Cinema, alla 71ª edizione del Festival di Berlino. “Era uno dei pochi creativi che sapeva vivere”, e ancora “nasce come sedotto, poi diventa seduttore”, dice Bonaga. La RAI, con questa prima tv dal titolo “Per Lucio“, celebra la ricorrenza del compleanno del cantante, che il 4 Marzo avrebbe compiuto 79 anni; e dieci trascorsi dalla sua scomparsa il 1° Marzo. C’è quella canzone che ebbe per titolo la sua data di nascita per caso: la censura del ’71, per portare il brano sul palco di Sanremo, esigeva che si cambiasse il titolo scelto ‘Gesù Bambino‘. Così Dalla, disperato, pensò di sostituirlo con il definitivo “4 Marzo 1943“.

La paroliera della canzone Paola Pallottino, romana d’origine e bolognese d’adozione, scrive per lui quello che voleva essere un regalo, per la sua tragica infanzia senza padre a 7 anni. “Un folletto, dolcissimo e crudele”, così lo ricorda lei che lo ha vissuto. Immaginandolo ‘Un marinaio di porto, che gioca a carte e beve vino, ma che per la gente si chiamerà sempre Gesù Bambino’. Sarà la serata dei miracoli, quella di stasera su RAI Tre. Ancora le note risuoneranno per Lucio, come da una piazza grande. Lui che era poeta con poco: lenzuola bianche per coprirci non ce n’è sotto le stelle, ma a modo suo, prende amore e amore da.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema

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