Per trovare lavoro, l’inglese è sempre più importante

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Un tempo appannaggio di poche professioni, l’inglese è oggi richiesto a tutti i livelli. Il sondaggio condotto da EF English Live ne è la conferma: dei 10.200 annunci analizzati, pubblicati dai principali portali italiani di offerte di lavoro, una significativa percentuale richiede la conoscenza della lingua inglese. Un requisito che, spesso preferenziale, diventa essenziale in diversi ambiti e soprattutto cresce l’importanza di avere o creare un buon curriculum vitae.

Nel mercato del lavoro moderno, del resto, l’inglese non è un optional: è un vero e proprio passepartout, che apre le porte a molte professioni. E se nel settore delle vendite e dell’accoglienza è un requisito quasi scontato, ultimamente si è assistito ad un vero e proprio boom in settori “insospettabili” come quelli amministrativi.

Secondo l’indagine di EF English Live, infatti, l’inglese è una skills richiesta dal 14% degli annunci del settore vendite, dal 13% degli annunci relativi a mestieri specializzati e dall’11% degli annunci nell’ambito dell’hospitality ed eventi.

In quali lavori l’inglese è maggiormente richiesto

EF English Live, parte di EF Education First (la più grande azienda privata al mondo nel settore della formazione internazionale), ha raccolto e analizzato oltre 10.000 annunci. Dall’indagine è emerso che, la conoscenza della lingua inglese, non è richiesta solamente per le professioni più “scontate” come i mestieri dell’ambito marketing. È infatti una skill preferenziale anche per chi vuole intraprendere una carriera amministrativa, per via della globalizzazione e dell’ampiezza crescente del mercato. In vetta alla classifica delle professioni in cui l’inglese è più di frequente richiesto troviamo infine gli sviluppatori e i tecnici della manutenzione. I primi, perché l’inglese è il linguaggio dell’informatica e della programmazione; i secondi, perché gli strumenti provenienti dalle grandi fabbriche hanno sempre più spesso i manuali d’istruzione scritti in lingua inglese.

L’inglese è inoltre considerato cruciale in tutti quei lavori che prevedono scambi internazionali di merce, o contatti con persone straniere. Candidarsi senza una conoscenza della lingua anglosassone significa porsi in una condizione di svantaggio rispetto a chi padroneggia l’idioma. Non si parla, però, dell’inglese colloquiale (quello che si impara sui banchi di scuola). È fondamentale conoscere il Business English, l’inglese commerciale, una materia in cui l’Italia si mostra lacunosa. Secondo l’English Proficiency Index (EPI) di EF Education First, il nostro Paese si trova al 35° posto in Europa per apprendimento dell’inglese. La percentuale di professionisti che dichiara un livello di conoscenza elementare della lingua è solo del 20%, addirittura inferiore a quella degli studenti delle scuole superiori.

Ecco dunque che, imparare l’inglese, consente di distinguersi. Regala molte più chance di essere notato dai recruiter e, dunque, di essere assunto.

Le differenze tra Nord e Sud dell’Italia

Tra il nord e il sud dell’Italia, c’è in realtà un grande divario. L’Emilia Romagna è la regione in cui la conoscenza dell’inglese è più frequentemente richiesta (11% degli annunci). Seguono Piemonte e Toscana mentre, in fondo alla classifica, vi sono la Calabria, la Valle d’Aosta e la Basilicata (quest’ultima è l’unica regione con percentuale a 0). In media, il 7% degli annunci di lavoro analizzati nel Nord Italia richiede la conoscenza dell’inglese, mentre al Sud la percentuale è ferma al 2.5%. Questo, fermo restando che la maggior parte delle posizioni aperte riguarda il Settentrione.

Il livello d’inglese richiesto

Per la quasi totalità degli annunci relativi ai ruoli ricoperti da amministrativi, sviluppatori e tecnici, l’inglese richiesto è di livello medio (tra il B1 e il B2, facendo riferimento al quadro comune europeo per la conoscenza delle lingue). Professioni quali l’ingegnere, il responsabile marketing e il receptionist presuppongono invece la conoscenza di un livello più avanzato, tra il C1 e il C2. Per questo motivo, fermarsi all’inglese scolastico non è una buona scelta: è anzi consigliabile migliorarlo, e frequentare corsi ad hoc in Business English, per assicurarsi un vantaggio competitivo e per ambire a posizioni migliori. Studiare la lingua è infatti sempre più un fattore globale, e un elemento caratterizzante che permette ai candidati di avere maggiori opportunità nei colloqui di lavoro. Questo, a prescindere dal ruolo a cui si ambisce e dalla volontà di lavorare in Italia o in un altro Paese dell’Unione Europea.