Sebbene nell’immaginario collettivo la laurea in Scienze Motorie sembra ancora un percorso di nicchia, i dati parlano di una realtà in crescita e ricca di prospettive.
Il motivo è semplice: lo sport oggi ricopre un ruolo sempre più importante nella vita delle persone. Non solo semplici appassionati, secondo gli ultimi dati ISTAT infatti il 35,5% degli italiani pratica almeno uno sport. Una percentuale che deve tener conto dell’elevato numero di persone anziane nel Paese. Prendendo in considerazione la fascia d’età tra i sei e i venti anni, circa il 50% fa sport.
Una crescita che proporzionalmente ha portato ad aumentare anche i numeri che ruotano attorno al mercato del lavoro nel settore sportivo: sport di squadra, palestre, personal trainer accompagnate da una sempre maggiore specializzazione delle figure professionali.
Proprio per questo motivo un laureato in Scienze Motorie ha la possibilità di trovare occupazione spesso prima dei coetanei delle altre facoltà. Secondo gli ultimi dati ISTAT, l’80% dei neolaureati della facoltà lavora. È stato calcolato che in media vengono impiegati massimo sei mesi dalla ricerca di lavoro alla prima assunzione, il secondo miglior risultato tra tutti i corsi universitari.
Il successo della Laurea in Scienze Motorie, è determinato anche dall’ampio ventaglio offerto in termini di sbocchi occupazionali. Negli anni di studi infatti si affrontano esami non solo prettamente sportivi, ma anche fisiologici ed economici per esempio, formando in questo modo lo studente anche in un’ottica fisioterapica oppure manageriale. Il laureato dunque non è vincolato ad un futuro da professore di educazione fisica o personal trainer, come molti credono: le possibilità sono in realtà estremamente più diversificate.