Perché è importante una corretta rappresentazione sui media

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Di Flavia Restivo

È ben noto quanto la comunicazione mediatica e digitale svolga un ruolo fondamentale nella formazione del discorso pubblico e societario. I film, le serie tv che guardiamo, i giornali che leggiamo, ci trasmettono un messaggio ben preciso. Tale messaggio può essere spesso frainteso, veicolato e imitato.

La cultura occidentale si basa su dei bias cognitivi molto strutturati che possono creare esperienze traumatiche e processi di apprendimento molto pericolosi.

Caso esemplare sono i film statunitensi dell’inizio milennio, molto gettonati tra gli adolescenti, in cui si trattava di argomenti come il bullismo, le differenze di classe con un’ottica distorta e preoccupante. È importante che una sana rappresentazione si basi su una trattazione della specifica tematica attraverso una giusta sensibilità ed inclusività, attraverso l’esigenza di attivare un processo di “normalizzazione” che possa uscire dagli schemi pregressi causati dalla società di massa e dal suo adeguamento a canoni irraggiungibili.

In Italia, i dati sulla rappresentazione della diversità nei media nazionali sono sviluppati dall’associazione Diversity, che ogni anno in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, studia l’evoluzione dei contenuti informativi sui temi dell’inclusivity.

Ciò che emerge dal Diversity Media Report 2022 è che l’approccio dei media italiani alla diversity è ancora frivolo ed episodico. L’informazione televisiva italiana ha avuto una crescita del 6% per quanto riguarda l’attenzione a persone, temi ed eventi pertinenti all’inclusivitycon un’incidenza di notizie totali identico a quello registrato nel periodo pre-pandemico.

Le tre diversity più ricorrenti nell’agenda dei tg italiani sono generazioni, etnia ed identità di genere. Fanalino di coda, rimangono i temi dell’orientamento sessuoaffettivo e della disabilità.

Ma le criticità non hanno fine.

Mentre la serialità internazionale registra un’ulteriore evoluzione verso una sempre maggiore inclusività anche a livello produttivo, il nostro paese non riesce a raggiungere un livello minimamente sufficiente. I podcast al contrario risultano uno strumento di divulgazione efficiente grazie alla loro orizzontalità.

Maggiormente attenti rispetto agli scorsi decenni, risultano i prodotti di entertainment. L’analisi condotta dall’associazione Diversity ha fatto emergere nel 2021, un ampliarsi dei temi trattati, soprattutto nei prodotti più legati all’attualità come programmi tv, radio, mondo digital. Nella totalità delle categorie rimane forte la sottorappresentazione della disabilità, con forti criticità anche nel linguaggio utilizzato e nelle immagini stereotipate. 

Cresce invece l’approccio narrativo intersezionale: oltre il 72% dei prodotti analizzati coinvolge in modo trasversale varie aree della diversity in particolare per contenuti digital e kids.

È cruciale quindi, enfatizzare l’attenzione sul tema in quanto le tracce che la mancata inclusione lascia in eredità sono ben visibili. L’alto tasso di depressione, disturbi comportamentali, alimentari e suicidi negli adolescenti sono spesso causa di un ambiente respingente e razzista a cui lo stato e la società nel suo complesso devono farsi carico.

I media come parte integrante della vita quotidiana hanno un ruolo fondamentale nella promulgazione di scenari più equi ed inclusivi.