Perché sempre più donne vogliono congelare gli ovuli

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Di Redazione Metropolitan

Già diffusa all’estero, anche in Italia sta prendendo sempre più piede la cosiddetta crioconservazione degli ovociti. Conosciuta anche col nome di egg freezing, si tratta di una tecnica che consente di congelare i propri gameti a -196° per farne uso successivamente.

Proprio recentemente Bianca Balti ha suscitato clamore mediatico dichiarando di aver compiuto questa scelta. La top model ha infatti congelato i propri ovociti per avere la possibilità di avere indipendenza riproduttiva.

Congelare gli ovuli: i motivi della scelta

Le motivazioni che portano una donna a compiere questa scelta possono essere molteplici.

Da un lato, congelare gli ovociti è sinonimo di speranza per chi si trova suo malgrado a fronteggiare gravissime malattie. Sono molte infatti le donne che, a causa di cure invasive come chemioterapia o radioterapia, rischiano di compromettere la propria fertilità. Congelare gli ovuli prima di affrontare tali cure, pertanto, rappresenterebbe per loro una concreta possibilità di esaudire il proprio desiderio di diventare mamme.

Esistono poi motivazioni puramente sociali, ma altrettanto valide. Come ha affermato la ginecologa Daniela Galliano, “la società è cambiata, la biologia non può modificarsi”. Nel nostro Paese infatti, l’età media in cui una donna partorisce il primo figlio è circa 33 anni, una delle più alte in Europa. Basti pensare che donne italiane a diventare madri per la prima volta dopo i 40 anni sono le più numerose nel nostro continente. L’età in cui si è più fertili e quindi quella ottimale per prelevare e conservare invece i gameti si aggirerebbe tra i 20 e i 35 anni.

Gli aspetti sociali da non sottovalutare

Non solo motivi di salute, quindi, ma anche le circostanze della vita di ognuna possono indubbiamente far pendere per ricorrere all’egg freezing.

Spesso non si tratta di mancanza del desiderio di portare avanti una gravidanza. Secondo uno studio portato avanti dall’antropologa Marcia Inhorn dell’Università di Yale, l’85% delle donne intervistate ha dichiarato di non avere un partner fisso al momento del congelamento degli ovuli. Molte di loro tuttavia sperano di trovare un compagno in futuro e, qualora non dovesse verificarsi, considerano la possibilità di diventare madri single con lo sperma di un donatore.

Meno frequenti, ma pur sempre degni di nota, figurano tra i motivi la mancanza di una stabilità professionale ed economica, oppure l’incertezza dei rapporti con il proprio partner, o ancora l’esitazione da parte dell’uomo nel sentirsi pronto ad avere figli.

Elisa Pagliara