PGA e European Tour: le pagelle della stagione

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Di Redazione Metropolitan

La stagione è giunta alla conclusione sull’European Tour e sul PGA Tour. È tempo di voti e di sancire i promossi e bocciati. Ma quali sono stati i top ed i flop della stagione?

Brooks Koepka

Brooks Koepka: decide di prendersi il trono del mondo e se lo tiene stretto. Vince un altro Major ed un altro WGC contro Rory. Gioca bene fuori e dentro al green. Grande e grosso ma con mani delicate. Voto 9.5

PGA Koepka
Brooks esulta alla vittoria del PGA Championship
Photo Credits: Bleacher Report

Rory Mcilroy

Rory Mcilroy: facciamo prima a dire cosa non ha vinto: un Major. Tutto il resto se lo è portato a casa. Un WGC, la FedexCup, in lizza fino all’ultimo giro per la Race to Dubai, vince il The Players che, bensì non sia un Major, è come se lo fosse grazie al suo field stellare. Tecnicamente perfetto, sembra addirittura creda in se stesso… Cosa difficile da credere ma è la sua pecca più grande. Un talento a tutto tondo. Voto: 9.

Rory al Tour Championship
Photo Credits: PGA Tour

Tiger Woods

Tiger Woods: dopo un 2018 da 10 un 2019 da 10 “cum Laude“. Non vince un Major, bensì Il Major. Ad Augusta annichilisce il nostro Francesco e si mette nell’armadio un’altra Green Jacket. Non pago ha vinto uno dei primi tornei validi per il 2020 in Giappone, l’Hero World Challenge, appaiando Sam Snead come numero di vittorie.
Ovviamente questa sua vittoria non influisce nel voto finale, la lode arriva perché non è un giocatore come gli altri. Pochi mesi fa si parlava di un giocatore finito, invece a 43 anni è ancora l’uomo da battere, nonostante la schiena bionica. Voto: 10+.

Tiger esulta al Masters
Photo Credits: Eurosport

Dustin Johnson

Dustin Johonson: forse l’unico che trova il golf uno sport facile. Quando non sonnecchia, vince. Nessuna via di mezzo. Al di là di quanto forte la possa tirare, Dustin quando è in forma, vince. Con 312 yards di media è il quarto bombardiere del Tour, fa ancora meglio dalla sabbia. E’ terzo con il 63.86% di sand saves. Mai in lizza nei Major ma vince un WGC in Messico ed un 1° posto ad inizio anno in Arabia Saudita. Questo gli basta per rimanere il numero 5 al mondo. Out alla President cup per infortunio prende comunque un 7,5

Dustin Johnson PGA
Dustin Johnson dal Bunker
golf.com

I “tre amigos”: Rickie, JT e Jordan

Fowler al Waste Managment, sotto la pioggia.
Photo Credits: PGA Tour

Rickie Fowler, Justin Thomas e Jordan Spieth: I tre amici per la pelle hanno voti ben distanti l’uno dall’altro. Il primo vince il Waste Managment dopo averlo sfiorato tante, troppe volte. Vince con una mezza catastrofe l’ultimo giro. Fa un triplo bogey a poche buche dalla fine che lo colpisce duro ma non lo abbatte. Voto: 6.5.

Justin Thomas è il migliore dei tre. Quarto al mondo, vince il penultimo evento della stagione 2018/2019, il BMW Pga. Incredibilmente forte da tee a green, il migliore del Tour. Putt ancora non infallibile ma con tutti quei green presi è il migliore dell’anno nel numero di Birdie. Voto: 8.

Jordan Spieth al Masters.
Photo Credits: wobur.org

Jordan invece è assolutamente bocciato. 23 eventi con zero vittorie e zero secondi posti. Solo 4 top 10 ed un brusco scivolone al 43esimo posto mondiale. Jordan è giovane ma a 26 anni ormai è un veterano del Tour e da lui ci si aspetta giustamente tantissimo. Ha vinto tutto ma il 2019 è stato stregato. Lo swing non c’era ed il suo putt non scottava, anzi, era meglio lasciarlo in sacca. Voto: 4.

Laser Frankie

Francesco durante il colpo decisivo all’Arnold Palmer Invitational
Photo Credits: Pga Tour

Francesco Molinari: ad oggi il numero 13 al mondo, sesto ad inizio stagione. Vola all’Arnold Palmer invitational giocando un golf stellare che lo accompagna fino ad aprile, o meglio, la fine del suo gioco magnifico ha una data ed un’ora ben precisa. Il pomeriggio del 14 aprile 2019. E’ leader del Masters nell’ultimo team con Tiger Woods. Gioca bene, ma non abbastanza per prendere i difficili green di Augusta. Manca i primi 6 green salvando sempre il par con l’approccio. Ma non è possibile vincere un Masters prendendo pochi green e mettendo così in pressione il gioco corto. Non puoi con Tiger a fianco che quella giacca la vuole più di ogni altra cosa.
Ogni critica mossa verso di lui è vana, perché nessuno di noi sarebbe stato nemmeno in grado di poggiare la palla sul tee in quelle condizioni, quindi non siamo nemmeno in grado di giudicare il suo gioco. L’unica cosa che possiamo valutare sono i numeri e l’atteggiamento arrivato dopo quel giro.
Pochi tornei giocati e non bene. Un brutto Open di casa dovuto a, come da lui confessato, un malessere psicologico derivante proprio da quel pomeriggio.
Il voto sarebbe da dividere in due ma facendo la media è un bel 7.

E voi, che voto date ai vostri giocatori preferiti?

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