Questa è la settimana mondiale dello spazio 2021, e quale miglior occasione per portarvi alla scoperta dello spazio secondo il mondo nerd, proprio come piace a noi della redazione. Per questo motivo oggi sono qui per raccontarvi una storia da molti sconosciuta e farvi scoprire una piccola gemma dell’animazione: Planetes.
Cos’è Planetes?
Planetes nasce come manga nel 1999 dalla mente di Makoto Yukimura. Lo stesso fumettista si occupa poi della trasposizione dell’opera sotto forma di anime nel 2003. L’anime, realizzato da Bandai e Sunrise, viene trasmesso per la prima volta sulle tv italiane su MTV Italia nel 2006. Ma di cosa parla questo Planetes? Come avrete potuto intuire si tratta di un anime ambientato nello spazio, altrimenti non starei a parlarne proprio questa settimana, e lo si può inserire nella categoria fantascienza. Ciò nonostante quella di Planetes è una fantascienza quanto più realistica possibile.
La trama, in breve
La storia inizia nel 2075, in un futuro dove l’umanità ha iniziato ad esplorare lo spazio in modo più consistente. Le scarse risorse rimaste sulla Terra hanno portato l’uomo a ricercare soluzioni nello spazio, costruendo la prima città sulla Luna e stazioni spaziali abitabili nell’orbita terrestre. L’avventura di Planetes inizia proprio su una di esse, ISPV-7, stazione di proprietà della multinazionale Technora. La giovane recluta Ai Tanabe è appena stata assegnata come astronauta alla Sezione Detriti, la squadra che si occupa di ripulire l’orbita dai detriti potenzialmente pericolosi. La sezione detriti è però considerata l’ultima ruota del carro per Technora. In molti la definiscono “Mezza Sezione” in quanto non riceve i giusti fondi e membri del personale, e nemmeno un degno ufficio. Nonostante, ciò l’entusiasmo di Tanabe non viene frenato ed inizia quindi a lavorare a fianco di un gruppetto di astronauti, bizzarro ma affiatato.
La Sezione Detriti al completo
Prima di iniziare a parlare dei temi e delle riflessioni che questo capolavoro riesce a trasmettere, ci tengo a presentare ogni membro della Sezione Detriti:
- Ai Tanabe, la giovane recluta. È una ragazza incredibilmente solare ed intraprendente, fin troppo gentile e che crede nel potere dell’amore. È innamorata di Hachimaki, solui che le insegna il mestiere del raccogli-detriti ma è troppo impacciata per rivelarglielo.
- Hachirota Hoshino, detto Hackimaki perché porta sempre la tradizionale fascia giapponese legata in fronte. È un astronauta provetto, il cui sogno è comprare una navicella propria. Si nasconde dietro il cinismo per nascondere le sue emozioni di cui ha paura, tra cui l’amore per tanabe.
- Fee Carmichael, la pilota della Toy Box, la nave raccogli rifiuti. È una leader nata, carismatica e ostinata come non mai, con un vizio che le complica sempre la vita nello spazio: le sigarette.
- Yuri Mihalkov, il co-pilota della Toy Box. È un astronauta molto competente, pacato e riservato ma sempre pronto quando c’è bisogno di lui.
- Philippe Myers. È il pigro e gentile direttore della Sezione Detriti. È molto affezionato ai suoi dipendenti anche se lavora sempre dall’ufficio e vede l’ora di poter andare in pensione.
- Arvind Ravi, il vicedirettore. È il più bizzarro tra i membri della squadra. Non scende praticamente mai in campo ma si occupa di tutte le questioni burocratiche, cercando di attutire le relazioni con le altre sezioni dopo tutti i guai che la Sezione Detriti combina.
- Edelgard Rivera. È la segretaria della Sezione, sempre puntuale, precisa ed affidabile ma tutt’altro che socievole. Solo con il passare degli episodi si aprirà di più con il resto della squadra.
La profondità della trama
Quella che all’inizio può sembrare una semplice storia di avventura, diventa man mano sempre più complessa ed emotivamente profonda. L’anime riesce ad unire drammaticità e comicità in un mix perfetto, che consente allo spettatore di avvicinarsi alla vita dei protagonisti. Nel corso della serie ogni membro della Squadra Detriti viene approfondito talmente bene che è impossibile non affezionarcisi. Più volte mi sono trovato a sorridere genuinamente ai loro ennesimi goffi errori, nonché ad emozionarmi ogni qualvolta pensieri e sentimenti li affliggevano.
Planetes non è solo una storia di un gruppetto di lavoratori, è una rappresentazione dell’animo umano in tutti i suoi aspetti: dalla paura alla gelosia, dalla gioia all’amore, dall’ambizione alla solitudine e molto altro ancora. Quello dello spazio è quindi un pretesto, per contornare con un’atmosfera mozzafiato un ragionamento ed un introspezione profonda di quella che è l’umanità. Stiamo parlando anche di un futuro non troppo lontano e, soprattutto, molto plausibile con ciò che potrebbe accadere davvero da qui a cent’anni. Il modo in cui vengono trattate le emozioni è poi molto attuale e immedesimarsi nei protagonisti è estremamente naturale.
Ad esempio io ho amato fin da subito il personaggio di Hackimaki, ma non nascondo che certe volte andavo in escandescenze per il modo in cui trattava Tanabe. L’unica cosa che desideravo in quei momenti era poter entrare nello schermo e prendere a schiaffi il mio personaggio preferito per riportarlo sulla retta via. Certo sembro stupido a pensare una cosa così, ma è esattamente il modo in cui Planetes riesce a coinvolgerti.
Planetes, perchè guardarlo
Planetes è un titolo che, prima o poi, va recuperato. Prima di tutto perché è un anime realizzato oggettivamente bene, sia per quanto riguarda la grafica, con uno stile di disegno semplice, pulito e lineare tipico dei primi anni 2000, sia per la fantastica colonna sonora, in grado di regalare emozioni ancor più delle immagini. Ma l’aspetto tecnico, come avrete capito da soli se avete letto l’articolo fin qui, non è la parte migliore di quest’opera. Se dovessi descrivere le emozioni che questo anime riesce a trasmettere con una sola parola userei genuinità. Planetes è, in parole povere, genuino, presenta una trama che fa della semplicità e del realismo i suoi punti forti, in grado però di fare riflettere ed emozionare in modo sincero. Quest’anime riesce a portare una sana ed efficace drammaticità in un’opera che fin da subito mostra con fierezza il proprio lato comico, il tutto senza risultare forzato. Planetes è un’opera semplice ma complessa allo stesso tempo, che sfrutta lo spazio come metafora della nostra vita, del nostro essere sentimentali e dell’animo umano in tutte le sue genuine sfaccettature.
Gabriele Bruni