Il podio azzurro di ieri a Bansko non è il primo fatto dalla nostre sciatrici, bensì è la quarta tripletta nella storia dello sci alpino italiano, ma anche i maschi non sono da meno.
Un podio totalmente azzurro mancava da ben due anni al nostro sci, le ultime a farlo furono proprio le donne a Bad Kleinkirchheim, in Austria. Quella mattina a deliziarci furono Sofia Goggia, Federica Brignone come ieri e Nadia Fanchini, rigorosamente in ordine di posizione.
Ieri mattina a stupire tutti è stata invece Elena Curtoni, capace di battere tutti come non le era mai successo in carriera. Quella di ieri mattina, però, è la quarta tripletta tutta al femminile, ma ripercorriamole tutte insieme a quelle maschili.
Podio ancora con Sofia e Federica
La Brignone e la Goggia sono degli abituè del podio dello sci alpino, per non farsi mancare questa sana consuetudine, nel 2017, a fine stagione, decidono di regalarsi un podio totalmente italiano nel gigante di Aspen. Era il 19 marzo e Federica battè Sofia per pochi centesimi, ma a far loro compagnia, arriva una “piccola” Marta Bassino, al primo podio in Coppa del Mondo.
Da un fine stagione ad un altro, ma torniamo indietro di 21 anni, ai tempi di Deborah Compagnoni. Sempre un gigante a far le fortune delle nostre atlete, ma stavolta a Narvik in Norvegia, a vincere quella mattina fu proprio la campionessa di Bormio. A completare il podio ci pensarono Sabina Panzanini e Isolde Kostner (cugina della campionessa di pattinaggio Carolina). Questo fu il primissimo podio tutto al femminile per i nostri colori.
La “Valanga” sul podio azzurro
Ad inaugurare la saga dei “podi azzurri” fu la cosiddetta Valanga Azzurra, ovvero quella generazione di fenomeni dello sci alpino che regnava incontrasta nella seconda metà degli anni ’70. La prima volta accadde il 7 gennaio del 1974, ma non furono solo in tre ad occupare il podio, ma gli italiani quella mattina decisero di fare le cose in grande: le prime cinque posizioni erano tutte loro. Era il gigante tedesco di Berchtesgaden e a vincere fu Piero Gros, davanti a Gustav Thöni, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietragiovanna.
L’anno dopo gli azzurri si ripetero, ma stavolta con una “semplice” tripletta. Stavolta però lo scenario era quello dello slalom di casa, a Madonna di Campiglio. In quegli anni era facile trovare atleti che eccellevano in più discilpine, ma se l’anno prima a vincere fu Gros, stavolta l’oro andò a Fausto Radici. A seguirlo ci pensarono i soliti Gros e Thöni, mattatori di quella magnifica squadra.
Tomba e Ghedina
Da un decennio all’altro, si passa al 1986 e torniamo in un gigante, stavolta in Alta Badia. Quella giornata pre natalizia (16 dicembre) porta alle luci della ribalta un giovanissimo Alberto Tomba, con un meraviglioso secondo posto. A vincere quel gigante, però, fu Richard Pramotton, mentre a chiudere quel magnifico podio trovammo Oswald Tötsch.
Con un salto temporale di circa un anno, passiamo alla discesa libera svizzera di Leukerbad del 23 gennaio 1988. A vincere quella mattina toccò Michael Mair, davanti ai compagni Giorgio Piantanida e Werner Perathoner.
L’Italia dovette fare un attimo i conti con un lento cambio generazionale e da quel gennaio del 1988, dobbiamo fare un salto di quasi 13 anni per vedere un’altra tripletta. Torniamo nuovamente sul palcoscenico della velocità, stavolta sulla pista francese di Val d’Isère, dove ad imporsi fu un favoloso Alessandro Fattori, davanti a Kristian Ghedina e Roland Fischnaller.
Da questo momento in poi, fino alla tripletta femminile del 2017, l’Italia non smise di vincere, ma non fece più una tripletta, al massimo delle favolose doppiette, che di certo male non fanno. Grazie ancora meravigliosi campioni!
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