Polonia: attivista condannata per aver spedito pillole abortive

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Di Simona Alba

Un’attivista polacca è stata condannata a otto mesi di lavori socialmente utili, dopo aver rischiato tre anni di carcere, per aver spedito pillole abortive a una donna incinta.

Condannata per favoreggiamento dell’aborto

Justyna Wydrzynska – Ph Credit Associated Press

In Polonia l’attivista Justyna Wydrzynska è stata condannata a otto mesi di lavori socialmente utili, e ha rischiato tre anni di carcere. La sua colpa è quella di aver spedito una pillola abortiva a una donna vittima di abusi e violenze da parte del marito.

È la prima volta che vediamo in Europa un’attivista condannata per assistenza all’interruzione di gravidanza. In Polonia però l’aborto dal 2020 è praticamente sempre vietato, viene consentito solo in caso di stupro o incesto o quando la gravidanza mette in pericolo la salute della donna, chi fornisce questo tipo di aiuto va incontro a tre anni di reclusione.

La donna incinta aveva contattato l’associazione di Wydrzynska, denunciando i maltrattamenti subiti dal compagno, perché non voleva proseguire la gravidanza. Aveva già provato a rivolgersi a una clinica in Germania ma a causa delle limitazioni per il Coronavirus si è trovata costretta a cercare aiuto online. Così si era rivolta ad Abortion Dream Team.

Justyna che in passato ha subito in prima persona abusi dal padre dei suoi figli e aveva tenuto nascosto un aborto, aveva così deciso di spedirle per posta la pillola. Solo che il compagno della malcapitata quando ha capito che la donna si stava facendo aiutare l’ha denunciata. 

Le manifestazioni a favore di Justyna

La condanna dell’attivista ha scatenato diverse proteste, in migliaia si sono riuniti davanti al tribunale di Varsavia per manifestare solidarietà a Justyna. La stessa Amnesty International ha condannato la sentenza, come riportato da Vanity Fair l’associazione spiega:

È il punto più basso nella repressione dei diritti riproduttivi in ​​Polonia

L’opinione si schiera sempre più contro le scelte del governo dopo gli ultimi avvenimenti. Già nel 2021 una donna polacca era morta in un ospedale perché la legge non consentiva ai medici di praticare l’aborto, morendo cosi per shock settico mentre aspettava di dare alla luce il suo bambino già morto.

Simona Alba

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