Oggi sabato 20 giugno è Giornata Mondiale dei profughi e per la rubrica Hidden Place parliamo della Porta D’Europa, l’istallazione di Mimmo Paladino nell’isola di Lampedusa.
La Porta d’Europa
La Giornata internazionale del rifugiato venne proclamata dalle Nazioni Unite per commemorare il 50esimo anniversario dalla approvazione della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati nel 1951. Infatti si celebrò per la prima volta il 20 giugno 2001 .
Il 28 Giugno 2008 a Lampedusa, fu inaugurata l’Opera di Mimmo Paladino “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa” dedicata alla memoria dei migranti che perdono la vita in mare nella disperata ricerca di una vita migliore. I promotori della iniziativa sono stati l’ ONG Amani e Arnoldo Mosca Mondadori. L’Opera di quasi cinque metri di altezza e di tre metri di larghezza è stata realizzata in ceramica refrattaria e ferro zincato. La Porta D’europa oggi è un simbolo per non dimenticare le stragi in mare che spesso non hanno né testimonianze né voce. Ma soprattutto un invito alla riflessione al di la delle personali credenze religiose o politiche. E se l’arte contemporanea richiede che lo spettatore entri nell’opera e ne faccia parte, che la scultura si faccia cosa viva, questo accade in modo fortemente simbolico qui a Lampedusa.
Porta di Lampedusa – Porta D’Europa
La Porta d’Europa è collocata nel punto più a Sud dell’isola di Lampedusa, e quindi nel punto più a Sud d’Europa. L’Opera è sia un luogo fisico che un luogo dell’anima. Guardandola, l’occhio l’attraversa proiettandosi sul Mar Mediterraneo. Attraverso lo spazio aperto conduce i nostri occhi a vedere ciò che non abbiamo visto. Le persone che hanno traversato quelle acque, i barconi carichi di uomini, donne , bambini e di speranze, spesso disilluse. L’opera vuole essere anche un riconoscimento, un omaggio all’isola di Lampedusa ed alla sua gente che in questi anni ha condiviso gioia e problematiche dell’accoglienza. La gioia che nasce dal senso civico. Dalla capacità di accogliere chi fugge dalle guerre, dalle violenze e dalle carestie con un sorriso, con una coperta per ripararsi dal freddo e con qualcosa da mangiare.
Mimmo Paladino
Mimmo Paladino è un artista riconducibile al movimento della transavanguardia teorizzato nel 1979 da Achille Bonito Oliva. Il Movimento teorizzava un ritorno del linguaggio pittorico ad una figurazione, a volte arcaica, e ad un cromatismo quasi dimenticati dopo anni di avanguardie e concettualismo radicato nell’arte.
Vicende più recenti
La notte tra il 3 e il 4 giugno di quest’anno, la Porta di Lampedusa è stata impacchettata da ignoti. L’avvenimento ha provocato reazioni di ordine diverso. Per alcuni è stato interpretato come un oltraggio memoria. L’autore dell’opera però l’ha ritenuta invece solo una bravata , minimizzando l’accaduto. Infatti Paladino, nelle interviste rilasciate dopo l’accaduto, ha ricordato che il fatto è successo pochi giorni dopo la notizia della morte dell’artista Christo. Christo era famoso negli anni settanta per le sue installazioni di impacchettamento di famosi monumenti in tutta Europa, come a Parigi e a Roma. Quindi senza condannare nessuno, l’artista ha ritenuto che si trattasse di fan di Christo. Con ironia e ottimismo, e anche per smorzare i toni, ha ritenuto che infondo l’opera era stata solo “coperta” e non danneggiata. Il commento di Mimmo Paladino alle vicende del 3 giugno è stato:
“Il gesto degli “impacchettatori”, sia pure in maniera ingenua e rozza, ne ha riconosciuto implicitamente il significato mettendolo in discussione.”
Il valore simbolico: da istallazione di speranza a monumento
Il valore simbolico dell’opera era stato già riconosciuto nel 2016, quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva deposto, accanto all’opera, una corona di fiori in ricordo dei migranti morti. Purtroppo nel 2008 l’intenzione dell’opera non era di diventare monumento commemorativo delle vittime in mare, ma una istallazione evocativa di accoglienza e di speranza. Ma a distanza di anni dalla sua realizzazione, l’opera è diventata il simbolo delle tragedie in mare.
L’arte contemporanea segue il principio di precarietà. Il principio che una volta svolta la loro vocazione alla rivelazione o alla denuncia di un fenomeno, le opere d’arte contemporanee possano deteriorarsi e poi sparire. Anche un opera come La porta d’Europa, così vicina al mare costruita in ferro e quindi destinata a essere corrosa e distrutta dal mare, era destinata a scomparire una volta svolta la sua funzione. Questo con la speranza che tutte queste tragedie in mare trovassero una fine. Invece l’opera ha cambiato la sua natura, vivendo di vita propria si è trasformata da istallazione a monumento commemorativo. E resta li, pronta ad accogliere e ad ascoltare che approda dal mare.