Roma, il VAR assassino. Ranieri più di un’idea

Foto dell'autore

Di Andrea Mari

La Roma di mister Di Francesco saluta la Champions League nel peggiore dei modi: l’eliminazione è decretata dall’uso sconsiderato del VAR. È stata una nottata di riflessioni: pronto Ranieri?

Una notte di delusione, rabbia e polemiche. Una serata perfettamente romanista che decreta l’uscita della Roma dalla Champions League per mano del Porto e…del VAR di Cakir. Il ritorno degli ottavi di finale della massima competizione europea per club, si trasforma nell’ennesimo rimpianto per i giallorossi: approccio sbagliato, errori individuali, sviste arbitrali, meriti degli avversari (perché ci sono anche quelli) e l’atavica mancanza di fortuna hanno sbattuto fuori la banda Di Francesco nella serata piovosa di Oporto.

Nella notte, così si dice, la dirigenza capitolina ha riflettuto profusamente sulla situazione allenatore: Di Francesco è perennemente in bilico ma, fin qui, non si è mai separato dalla sua panchina. Claudio Ranieri, romano e romanista appena esonerato dal Fulham, potrebbe essere la scelta giusta per traghettare la sua Roma verso l’ennesima qualificazione alla Champions League. Perché non bisogna smettere mai di combattere.

roma-porto-var-ranieri-di-francesco
Azione di gioco di Porto-Roma (Credit: Corriere dello Sport)

Roma – Delusione Champions

Errori dei singoli e sviste arbitrali imperdonabili si fondono insieme creando, da tal connubio, la delusione Champions League. Prima di analizzare le gravi disattenzioni di Cakir, sarebbe opportuno mettere sotto la lente d’ingrandimento le pecche tinteggiate di giallorosso. Andiamo con ordine:

  • Approccio sbagliato: costante, ormai. La Roma entra in campo nelle due frazioni di gioco nel modo peggiore possibile. Passiva, impaurita dal Dragao e senza verve. Tutto questo si tramuta negli orrori in fase d’impostazione e nel dominio territoriale del Porto. I giallorossi dovrebbero chiudersi per poi ripartire ma gli spazi lasciati dai lusitani non vengono mai arati dagli avanti di mister Di Francesco che, raramente, riescono ad infilare tre passaggi consecutivi.
  • Difesa da brividi: un classico. I tre goal del Porto nascono da grossolani errori della retroguardia. La prima rete viene propiziata dalla nefandezza di Manolas che, perdendo la sfera sul contrasto con Marega, spalanca la via della rete agli avversari. Il 2-1 è una grave incomprensione difensiva: Corona salta facilmente (troppo, ndr) Karsdorp e mette al centro, Marcano e Manolas si fermano ed il corazziere maliano, al volo, punisce Olsen. Il rigore fatale del 3-1 trasformato da Telles, scaturisce dall’ingenua trattenuta in area di Florenzi. Orrori evitabili.
  • Centrocampo pasticcione: la Roma combatte nella zona nevralgica del campo ma i centrocampisti non riescono a gestire il possesso palla cestinando ghiotte ripartenze.
  • Scelte sbagliate in attacco: sul più bello, gli attaccanti della Roma si sono persi. Qualche ripartenza poteva (doveva) esser sfruttata in modo migliore. Perotti e Dzeko, ad esempio, arrivano alla conclusione ignorando il miglior piazzamento dei compagni di squadra. Il bosniaco è sfortunato, invece, sullo scavetto salvato da Pepe sulla riga di porta. Malasorte o “killer instinct” sopito?
roma-porto-var-ranieri-di-francesco
Una delle scelte sbagliate dei giallorossi

Roma – Il VAR non è uguale per tutti

La notte di Champions League che promuove il Porto a discapito della Roma, si tinge con i colori scuri della frustrazione. Grande protagonista, in negativo, è il direttore di gara venuto dalla lontana Turchia. Cakir decide di prendersi la scena oscurando la contesa delle due compagini. Gravi errori che indirizzano clamorosamente il match: manca un secondo giallo a Pepe quando, disperatamente, trascina a terra il lanciatissimo Dzeko che, come un leone, era riuscito ad inventarsi un contropiede in solitaria.

Il rigore assegnato ai lusitani è netto. Nulla da dire e tutto secondo protocollo: il direttore di gara non ravvisa, inizialmente, il fallo ingenuo di Florenzi ed il VAR corregge tale svista. Cakir decide di visionare le immagini e, giustamente, assegna la massima punizione al Porto. La nefandezza del numero ventiquattro dei giallorossi è davvero gigantesca e pone fine alle speranze qualificazione dei capitolini.

Il protocollo VAR, purtroppo per la Roma, non viene applicato all’ultimo respiro di match. Schick viene atterrato in area e, dai replay, si nota il contatto malandrino che determinata la caduta dell’attaccante ceco. Il gioco viene momentaneamente interrotto e Cakir confabula con gli addetti che controllano la tecnologia. Risultato? Il direttore di gara decide di non decidere: non visiona il VAR fidandosi del “silent check” e fa riprendere il gioco come se niente fosse.

La non decisione di Cakir trasforma il VAR nel boia capitolino: i giallorossi non beneficiano dell’utilizzo corretto del protocollo ed escono dalla Champions League ingiustamente. Almeno per gli episodi. La Roma, scottata dal doppio confronto con il Liverpool dello scorso anno, aveva chiesto a gran voce l’utilizzo della tecnologia alla UEFA. Ironia della sorte, i capitolini sono il primo club della storia ad esser danneggiato dal non utilizzo del VAR in campo europeo. Frustrante.

roma-porto-var-ranieri-di-francesco
La rabbia di Cristante su Cakir (Credit: Gazzetta)

Roma – La rabbia nelle dichiarazioni

Le scorie dell’eliminazione si sono manifestate nelle dichiarazioni a margine del triplice fischio finale di Cakir, il protagonista inatteso e deleterio. De Rossi, Manolas e Pallotta, senza mezzi termini, vanno all’attacco del Var e del direttore di gara. Ecco le parole del capitano romanista:

“Ho rivisto le immagini, e quello su Schick è rigore netto. Non va bene una cosa così, è paradossale anche perché l’anno scorso ci siamo detti che con la Var probabilmente saremmo andati in finale, mentre quest’anno ci troviamo eliminati con un altro episodio a sfavore. Così fa male, anche perché è un errore umano, non della macchina, un pò come quello successo in Fiorentina-Inter. Qualcuno ha provato a chiedere spiegazioni, ma ha ricevuto solo risposte confuse. È un peccato, sarebbe stato epico passare con il 3-2”

Gli fa eco il centrale difensivo ellenico: “Abbiamo dato il massimo e fatto una buona partita, dalla quale però usciamo con l’amaro in bocca. Ci hanno fischiato un rigore contro e non ce ne hanno dato uno a favore che era netto. Con la Var non è possibile sbagliare, e l’arbitro non è nemmeno andato a vedere l’episodio di Schick. È una vergogna: il contatto era netto, doveva andare a rivederlo e fischiare rigore per noi. Non capisco perché certi episodi succedano solo a noi, anche l’anno scorso col Liverpool ci furono due rigori non fischiati. Poi gli arbitri ci chiedono scusa, ma nel calcio le scuse non servono”.

Il più severo è James Pallotta, presidente della Roma: “Lo scorso anno abbiamo richiesto la Var in Champions League perché ci avevano rovinato la semifinale – scrive in un tweet rilanciato dalla società giallorossa intorno all’una e venti della notte italiana – e questa sera, nonostante ci fosse un rigore per noi, siamo stati derubati. Schick è stato atterrato in area, la Var lo dimostra, e non viene fatto niente. Sono stufo di questa merda. Mi arrendo, non ho più parole”.

roma-porto-var-ranieri-di-francesco
Pallotta (Credit: Il Romanista)

Roma – Ranieri alle porte?

Dopo la sconfitta di Oporto contro i portoghesi, Di Francesco non ha rilasciato alcuna dichiarazione passando molto tempo sul pullman della squadra nella massima solitudine. Nelle prossime ore potrebbe avvenire il ribaltone in panchina: l’attuale mister abruzzese della Roma potrebbe essere esonerato in favore di uno tra Ranieri, Panucci o Donadoni. La squadra spingerebbe per i primi due mentre Baldissoni ha già incassato l’assenso dell’ex Bologna.

Il neo vice-presidente dei capitolini, coadiuvato da Totti, dovrà prendersi carico della scelta. Senza Monchi: il dirigente spagnolo continua a perorare la causa di mister Di Francesco. Una decisione verrà presa nelle prossime ventiquattrore. Ribaltone lento e ritardatario. Una domanda, in tutto questo, sorge spontanea: perché l’attuale tecnico della Roma dovrebbe pagare l’eliminazione dalla Champions League invece di esser giudicato per le prestazioni altalenanti all’interno dei confini nazionali?

Stranezze giallorosse nella nottataccia europea…

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DELL’AUTORE

Pagina Facebook dell’autore

Account Twitter autore

Seguici su:

Pagina Facebook Metropolitan Magazine Italia

Account Twitter ufficiale Metropolitan Magazine Italia