I 25 anni di Kristaps Porzingis arrivano in un frangente che definire particolare appare quasi come un eufemismo. Il lettone dovrà accontentarsi di festeggiare un compleanno “claustrofobico” all’interno della bolla di Orlando. Per lui, non sembrerebbe un grande problema e a dimostrarlo è il campo. Nella prima gara del post lockdown ha infatti offerto, nel match tutto texano tra Dallas e Houston, una prestazione da 39 punti. Sembra quasi poco interessato a ricevere i più classici regali di compleanno, ma molto più a viziare gli aficionados della NBA attraverso partite di alto livello. L’impressione è che a Dallas abbia trovato la situazione ideale per esprimersi, ma il suo cammino non è stato sempre liscio. L’evenienza del suo compleanno può essere un’opportunità per ripercorrere la sua carriera. Scopriamo insieme come il colosso di 2.21 m sia partito dalla Lettonia e sia riuscito ad imporsi al top del basket mondiale.
Porzingis, il basket nel sangue
La passione di Porzingis per la pallacanestro nasce quasi come un passaggio obbligato. Nella sua famiglia tutti hanno a che fare in qualche modo con la palla spicchi. Innanzitutto, i genitori hanno entrambi un passato cestistico: Talis, il padre, giocava da semi-professionista prima di diventare un conducente di autobus, mentre Ingrida, la madre, ha giocato nelle nazionali giovanili lettoni. Questo amore per il basket è stato poi tramandato ai fratelli più grandi di Kristaps, Martins e Janis, entrambi cestisti. L’ultimo possiamo ricordarlo in Italia con le maglie di Livorno, Pistoia, Brindisi e Cremona.
A 6 anni Porzingis entra nelle giovanili del BK Lepajas e ci rimane per altri 9. In quel periodo in Europa molti osservatori hanno già gli occhi sul lettone, questo grazie anche al suo agente dell’epoca, abile a fargli da sponsor. Nel 2010 arriva la chiamata del Cajasol Sevilla con cui Porzingis sostiene un provino. Il primo approccio non è dei migliori. Il lettone soffre l’asfissiante temperatura andalusa, mostrando poco delle sue grandi potenzialità. Il Sevilla però decide di investire lo stesso sul ragazzo. L’inizio della sua avventura spagnola incontra più di qualche difficoltà. Non basta la complessità ad ambientarsi ad un nuovo clima, una nuova lingua ecc., c’è dell’altro. A Kristaps viene diagnosticata un’anemia. Grazie all’aiuto di un nutrizionista, Porzingis riesce a rimettersi in forma. Rimane nelle giovanili del Sevilla per 2 annate. L’ultima stagione chiude con una media di 16.6 punti a partita, 8.4 rimbalzi e 2.6 stoppate.
Siviglia prima del grande salto
Nella stagione 2012-2013 inizia la sua carriera professionistica. Il suo esordio in Liga Endesa è datato 29 settembre 2012, contro il Murcia, mentre in EuroCup il 16 gennaio 2013 nella gara con lo Spartak San Pietroburgo, a cui segna in una successiva sfida il suo primo canestro da pro. Nella seconda stagione diventa un membro realmente decisivo per la prima squadra. La 2013-2014 è un’annata molto positiva per il lettone. Mette a referto prestazioni molto convincenti come il suo career-high stagionale di 20 punti sul Real Madrid. A fine stagione viene inserito nel primo quintetto dei migliori giovani della Liga.
L’anno successivo non si arresta la crescita del giovane lettone. E’ la stagione che conferma il grande potenziale di Porzingis. In EuroCup conquista il premio ULEB EuroCup Rising Star, assegnato al miglior giovane del torneo. Nella competizione continentale si rende protagonista di prestazioni di livello come quella contro la Virtus Roma (18 punti, 7 rimbalzi, 4 assist, 4 palle rubate e 2 stoppate). Nel campionato spagnolo viene invece riconfermato nel quintetto dei migliori giovani, contribuendo anche alla salvezza ottenuta dal suo Sevilla. La 14-15 è anche la stagione in cui firma la sua prima doppia-doppia contro l’Estudiantes.
Porzingis, l’approdo in NBA
Dopo aver fatto bene a Siviglia, per Porzingis arriva il momento del grande salto. Il lettone si fionda verso la NBA, un palcoscenico che per quanto visto in Europa non può che meritare. Il 16 aprile del 2015 si rende eleggibile al Draft, mentre il 26 giugno 2015 diventa un giocatore dei New York Knicks, selezionato come quarta scelta. Eppure il suo approdo sotto la Grande Mela non ha per niente entusiasmato il pubblico Knicks, tanto da riservagli una bordata di fischi la notte del Draft. Ciò non ha smontato i sogni di gloria di Porzingis, voglioso di conquistare il Madison Square Garden a suon di punti e prestazioni.
Ci mette poco infatti a diventare uomo-simbolo della franchigia. Il primo biennio newyorkese dal punto di vista personale è ultra positivo, ma non si può dire lo stesso della squadra. I Knicks sguazzano nei bassifondi della Eastern Conference e in più sembra latitare la tranquillità per via di alcune faide interne che vedono anche il lettone come protagonista. Il rapporto tra Porzingis e Phil Jackson, all’epoca presidente dei Knicks, non è mai decollato. L’ex coach dei Bulls aveva infatti comunicato la volontà di cedere Kristaps, ma il destino ha voluto invece che fosse proprio Jackson ad essere allontanato dall’incarico.
Il presente a Dallas
La stagione 2017-2018 parte con l’addio di Carmelo Anthony. Ciò si traduce ben presto in maggiori responsabilità per il lettone. Diventare il giocatore più importante dei Knicks non sembra turbarlo, anzi, riesce a confermarsi ai livelli dei primi due anni. La sua stagione viene però frenata dalla rottura del legamento crociato anteriore nella gara contro i Bucks. Un infortunio gravissimo che lo terrà fuori per le partite mancanti e anche l’anno successivo. Chiude però con 22,7 di media in 48 gare.
A ottobre 2018 i Knicks e il giocatore decidono di non continuare il loro percorso insieme. Salta l’estensione del contratto da matricola, rendendolo così un restricted free-agent per l’estate successiva. Il 31 gennaio 2019 passa ai Dallas Mavericks grazie a una trade che vede coinvolti anche Tim Hardway Jr., Courtney Lee e Trey Burke mentre a New York vanno Dennis Smith Jr., Wesley Matthews e DeAndre Jordan. Riesce così a coronare il suo sogno, ovvero quello di giocare con Dirk Nowitzki. Più volte Porzingis ha dichiarato di ispirarsi alla leggenda dei Mavs. Nella stagione 2019-2020 viaggia con 19.6 punti di media, 9.6 rimbalzi, 1.8 assist e 19.71 di player efficiency rating.
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