Un essere piccolissimo totalmente dipendente da te, ormoni in subbuglio, un corpo che molto spesso non riconosci: questo e molto altro è il post partum. Quando nasce un bambino nasce anche una mamma, non c’è niente di più vero. Eppure quello che, senza dubbio, dovrebbe essere il momento più bello nella vita di una donna si trasforma in sentimenti contrastanti. Angosce, preoccupazioni, sbalzi d’umore, crisi di pianto alle volte ti assalgono e tutti intorno a te sembra si dimentichino di chiederti come stai. Il post partum, anche quando non degeneri in fenomeni patologici quali la depressione, è un momento delicato e ad oggi troppo spesso sottaciuto.
La mia esperienza personale
Nei tempi in cui la natalità è ai minimi storici ho avuto la fortuna di divenire mamma a 33 anni. La gravidanza è stata meravigliosa, faccio un lavoro che mi ha consentito di chiedere di continuare a lavorare fino al giorno del parto in maniera tale da poter usufruire dei cinque mesi di maternità dopo la nascita del bambino. Qualcosa, intorno all’ottavo mese, è andata storta. Improvvisamente ho cominciato a soffrire di ipertensione, ho perso una delle persone per me più care al mondo ed il mio bambino non cresceva più. I medici hanno optato per un cesareo, così mentre piangevo in sala operatoria per la paura, è nato il mio scricciolo di 1.700 gr ma fortunatamente con tutte le funzioni vitali nella norma. Questa premessa per dire che le due settimane successive al parto, individuate come la fase acuta della crisi post partum, io stavo malissimo ma principalmente perché avevo il mio bambino lontano nell’incubatrice. L’ospedale in cui ho partorito era distante da casa quindi approfittavo di tutte le ore in cui potevo vederlo rimanendo lì. Ho pianto tanto. Ho perso il latte materno. Il mio bambino però stava bene, prendeva peso e dopo 17 giorni di terapia intensiva neonatale l’ho portato a casa.
Come si è strutturata la quotidianità
Tornati a casa è cominciata la nostra nuova vita insieme, nessuno dei libri che puoi leggere durante la gravidanza ti spiega cosa fare. Dentro ogni mamma, però, vive un istinto capace di capire il linguaggio di qualcuno che non parla. E così, piano piano, comprendi i bisogni e plachi pianti e strilli solo in apparenza inconsolabili. Mentre fai tutto questo e dormi poco e niente alcune mamme finiscono per dimenticarsi di se stesse. Del resto tutti quelli che vengono a trovarti sono ipnotizzati dal piccolo e si dimenticano di chiederti come stai. Diventa difficile farsi una doccia ed uscire dal pigiama, diventa difficile riconoscerti allo specchio e stare bene con te stessa. Le cose più normali, come un aperitivo con le amiche, diventano improvvisamente quasi impossibili. La verità è che, almeno per la mia esperienza, tutto questo non mi pesa perchè ogni sorriso del mio bambino mi ripaga di qualsiasi rinuncia fatta a me stessa. Adesso, dopo quasi cinque mesi, ho deciso che non posso abbrutirmi e far scivolare via le giornate. Quando il tempo lo permette usciamo nel marsupio abbracciati, ho ricominciato a vedermi quasi bene e qualche volta a truccarmi. Mi manca la mia vecchia vita, quella in cui ero dipendente solo da me stessa, ma al tempo stesso mi godo ogni momento che posso passare abbracciata a mio figlio. Mi ripeto che crescerà in fretta e che questi momenti in cui, anche senza parole, mi fa sentire il suo universo è giusto assaporarli senza riserve.
Come prevenire la depressione post partum
Il baby blues, così viene definita la crisi post partum, è fisiologica nelle prime due settimane. La vera e propria depressione insorge dopo. Alle volte dipende da fattori genetici, aggravati dalla privazione del sonno. Ad ogni modo, al di là dei casi patologici è possibile prevenire che si acuiscano i problemi. Ad esempio un partner presente e comprensivo, che ti incoraggi a ritagliare momenti per te, può aiutare. Il supporto di amici e famiglia possono essere un discrimine fondamentale. Avere intorno persone che ti valorizzano, apprezzano quello che fai, ti aiutino a trovare un equilibrio nei cambiamenti certamente evitano di essere travolti in vortici di paranoie. Ed, infondo, ripeto i sorrisi dei nuovi arrivati pervadono l’anima di pura gioia.
Perchè non se ne parla?
Le donne di oggi sono madri, sono lavoratrici, mandano avanti la casa, si prendono cura di familiari e partner. E’ per tutti questi motivi, credo, ci siamo abituati a considerarle di ferro. Abbiamo dimenticato la fragilità insita ad ogni persona che nel momento del post partum inevitabilmente si acuisce. Ogni nuova mamma, che lo ammetta o meno, deve fare i conti con una nuova vita, nuove responsabilità, nuovi obiettivi. Ogni nuova mamma mette al primo posto il benessere del proprio bambino al suo. Tuttavia, quasi nessuno ammette lo stato di crisi che si innesca. Forse, ancora oggi, nel 2022 abbiamo paura del giudizio degli altri, abbiamo paura di essere reputate madri cattive. Nulla di più sbagliato, chiedere aiuto e sfogarsi è indispensabile per riappropriarsi nuovamente della propria serenità. E no, non sei una cattiva madre se al posto che comprare regali solo a tuo figlio ti concedi un nuovo paio di scarpe. I bambini crescono in fretta e avere una mamma soddisfatta di se stessa è il primo presupposto per il loro benessere. Non dimenticarlo.
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