Cultura

Poveri ma ricchissimi, una brexit Ciociara

Ieri 14 dicembre, in tutte le sale Italiane, è uscito il sequel di “Poveri ma ricchi”, che prende il nome di “Poveri ma ricchissimi”, per la regia di Fausto Brizzi e tratto dall’originale franceseLes Tuche”, i nostri Tucci alla francese.

Un sequel atteso e del tutto natalizio, comico, ironico e satirico, che tratta espliciti argomenti d’attualità come Donald Trump, le leggi “ad personam”, i referendum e la loro poca chiarezza, il bunga bunga e le tanto odiate “Imposte fiscali”.

La famiglia Tucci, caratterizzata dai toni coloriti e dai tratti incolti, fugge da Milano, priva della ricchezza posseduta antecedentemente grazie alla vincita di 100 milioni di euro alla lotteria, e decide di tornare a Torresecca, paesino della bassa ciociaria e loro luogo natale, per dedicarsi all’attività di famiglia ovvero aprire una friggitoria, vedendo la loro specialità più gustosa e preminente, il supplì.

Il figlio dei Tucci, Kevi Tucci ( Kevi senza -n per ignoranza del padre), insieme al maggiordomo Gustavo, un simpatico Ubaldo Pantani, grande imitatore attuale Italiano, svelano alla famiglia che sono ricchi ancor più di prima. Da questo punto cardine e di sblocco della sceneggiatura, iniziano a susseguirsi le vicende di questo scatenato nucleo familiare.

Riprendendo una tematica attuale come quella della Brexit, Christian De Sica vuole rendere Torresecca un paradiso fiscale, uscendo dall’Italia e facendo delle leggi “ad personam” (fatto ricorrente nel nostro Belpaese n.d.r).

Grazie al referendum Torresecca diventa un paese indipendente dall’Italia, con delle proprie leggi e una propria moneta (questo riconduce alla tematica della brexit), con la bandiera ufficiale del “principato” ricavata da quella Italiana e con l’ipotesi di un inno scritto da Fedez, cantante amato dalle più giovani.

Ed ecco che Lucia Ocone, perno essenziale per l’intreccio narrativo della pellicola e commediante dalla peculiare ironia, diventa così la “first lady” di Torresecca mentre De Sica, per darsi tono nei panni di presidente, imita la fisionomia ed il vestiario di Donald Trump, trasformandosi in un De Sica dalla tinta flava (l’idea della parrucca è sua n.d.r).

Uno scenario divertente che viene incrementato da battute esorbitanti tanto quanto attuali. Loredana (Lucia Ocone) moglie di Danilo Tucci, per esempio, dichiara che è meglio essere depressi da ricchi che depressi da poveri perché “i ricchi si curano la depressione da Dolce e Gabbana e non da Leroy Merlin”. Dichiarazione del tutto contemporanea, visto il consumismo spietato dei giorni nostri, nel quale si preferisce fare lunghe file dinanzi uno store di telefonia piuttosto che dedicarsi ad attività più costruttive per la propria persona e per la nostra società.

Una commedia ironica, che ha come bersaglio noi Italiani ed i nostri malcostumi (come il caratteristico attaccamento patologico Italico concernente le partite calcistiche) e le nostre “ribellioni sociali” futili; Ad esempio, gli abitanti di Torresecca protestano contro l’assenza di “Sky sport” ma si ammutoliscono dinanzi al black out, susseguitosi per giorni, in paese.

Vi sono battute che alludono a film già usciti, come l’affermazione dell’Ocone “Nessuno mi può pregiudicare” o il riferimento eclatante e sardonico all’ambientazione di “Cinquanta sfumature di grigio”, ricorrente nella stanza dello scrittore “erotico, masochista e sadista” interpretato da Massimo Ciavarro. Una parafilia oggetto di risate.

Sorpresa del film, oltre alla Straordinaria Lucia Ocone e ad Anna Mazzamauro, nel ruolo di Nonna Nicoletta, la matriarca della famiglia, è Enrico Brignano; meno marginale in questo film, Brignano estrapola tutto l’estro che la sua personalità riserva, rifacendosi alla sua primitiva comicità, più autentica e meno artefatta di quella odierna.

De Sica, invece, ripropone il proprio personaggio stereotipato, vestendo i panni che ha sempre indossato e declamando battute del suo personale repertorio. I suoi piccoli passi a suon di swing inconscio, ed il suo modo estroverso, ci riportano nel mondo dei musical, del quale De Sica è un protagonista indiscusso.

Il film riprende quasi totalmente la trama del primo, con cadenze più marcate, viste le vicissitudini individuali e non più collettive presenti nel primo. La trama è quindi più statica rispetto alla prima.

Finale all’Italiana, avvolto dalla colonna sonora scritta da Tommaso Paradiso (frontman dei The Giornalisti) e con un omaggio particolare alla piccola Martina, figlia di Brignano, nata lo scorso Febbraio.

“Poveri ma ricchissimi” è un film natalizio dai tratti satirici, odierni e con un cast comico di elevato spessore. 

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