Preselettive TFA 2019: i bandi a sopresa del Miur

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Di Redazione Metropolitan

Appena 48 ore fa è stato pubblicato il decreto relativo ai test di accesso al TFA per il sostegno nelle scuole, che si terranno il 28 e il 29 marzo 2019, presso 20 atenei italiani.

La notizia, piovuta dal cielo in maniera del tutto inattesa, ha lasciato spiazzati studenti, docenti e le stesse università, che erano in procinto di organizzare i corsi di preparazione ai test, in teoria previsti a fine estate.

Ad accelerare la decisione del Ministro Marco Bussetti di bandire tale concorso, la consapevolezza che attualmente, nella scuola italiana, vi sono circa 14224 posti disponibili, per l’anno accademico corrente, nel settore disciplinare legato al sostegno e all’assistenza di alunni con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento.

I posti disponibili sono stati distribuiti in un range di 20 università, ripartiti nelle seguenti categorie per cui si concorre: sostegno nella scuola di infanzia, sostegno nella scuola primaria; sostegno nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria di secondo grado.

Ciascun candidato potrà partecipare a due prove, delle quattro disponibili, nel rispetto dei requisiti richiesti per l’accesso, ovviamente. Ad esempio, nel caso della scuola primaria, è obbligatoria la laurea in Scienze della Formazione Pimaria. Al contrario, il concorso relativo alla scuola secondaria, dove urge un incremento dei docenti specializzati in attività di sostegno, sarà aperto a tutti i laureati che siano abilitati almeno in una delle classi di concorso previste per l’insegnamento e che abbiano acquisito, all’interno del percorso formativo, i 24 crediti formativi nelle
discipline antropo-psico-pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

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A quanto pare, è la prima volta, questa, nella storia della scuola italiana, in cui le attività di sostegno nelle scuole acquistano un valore così preponderante da richiedere una immediata selezione del personale deputato all’assistenza degli alunni con disabilità. Sorge tuttavia spontaneo domandarsi se la scelta di bandire un concorso simile in tempi tanto brevi sia realmente stata una scelta saggia; molti studenti neolaureati, infatti, sono ancora alle prese con lo studio per il conseguimento dei 24 cfu, mentre i libri e il materiale didattico di quest’anno, relativi a queste prove, non sono ancora stati pubblicati.

Sicuramente, la scelta di offrire solo un mese di tempo per la preparazione al test preselettivo, che consisterà in una serie di domande di comprensione del testo e quiz a risposta multipla, ha svantaggiato il business delle università pubbliche e private, che erano in procinto di attivare corsi apposoiti, del costo indicativo di 300 / 400 euro. Inoltre, malgrado i posti disponibili siano indicativamente tanti (in alcune università del Sud Italia si potrà concorrere per 900/1000 posti), occorre tener conto della demografia del territorio e della scelta di molti studenti dell’ateneo per cui concorrere, sulla base dei dati acquisiti circa i costi del futuro corso di specializzazione del TFA. A tal proposito, infatti, si parla di una cifra che potrebbe oscillare tra i 2700 euro e i 3500, anche se ancora nessun costo è stato stabilito definitivamente.


Il costo delle prove di accesso previste per fine marzo oscilla tra i 100 e i 170 euro per ciascuna candidatura. I test verteranno sui seguenti temi:

  • competenze didattiche diversificate in funzione del grado di scuola;
  • competenze su empatia e intelligenza emotiva;
  • competenze su creatività e pensiero divergente;
  • competenze organizzative e giuridiche correlate al regime di autonomia delle istituzioni scolastiche.

Il decreto del Ministero dell’Istruzione è consultabile al seguente sito: https://www.obiettivoscuola.it .

Per gli studenti e i docenti che dovessero superare il primo test preselettivo, sarà prevista una ulteriore prova scritta ed una orale, che permettano loro l’accesso al corso di specializzazione di sostegno. Una volta ultimato il corso, i candidati potranno sostenere la prova di sostegno aggiuntiva alla classe di concorso scelta, durante i concorsi a cattedra previsti per quest’anno.

Un iter che sembra essere infinito, dunque, ma che potrebbe forse offrire una valida opportunità di lavoro a molti giovani, conferendo alla scuola italiana tutte le caratteristiche di integrazione e inclusività che fanno del nostro sistema educativo uno dei più avanguardisti, in Europa.

Nella consapevolezza che la partecipazione a questo concorso sarà molto più dettata dalla fortuna delle tracce capitate che da uno studio preciso e meticoloso che, per questioni tempistiche, non tutti potranno svolgere in soltanto un mese, auguriamo un in bocca al lupo alle centinaia di candidati.

GIORGIA MARIA PAGLIARO