
Ha avuto tutto inizio la notte del 23 giugno. Il fondatore della compagnia Wagner, Evgenij Prigozhin, accusa gli alti comandi dell’esercito russo, tramite un video, di aver bombardato un campo di addestramento della Wagner e ferito diversi soldati. All’interno dello stesso video, inoltre, prende di mira il Ministero della difesa: “Il ministero della difesa inganna il presidente . Putin riceve dei rapporti che non rispecchiano affatto la realtà. Ci sono due verità: una è sul campo, l’altra è sulla scrivania del presidente”, afferma con decisione nel filmato. In seguito, ha invitato i suoi uomini a “rovesciare” la leadership militare e a fermare Sergei Shoigu, il ministro della difesa russo. In questo momento sembra che Prigozhin stia marciando verso Mosca, nonostante lui non abbia definito questo un golpe, bensì una “marcia della giustizia”
Prigozhin e la sua avanzata verso Mosca. Cosa sta succedendo?

Nel frattempo, da Mosca, Putin e il suo entourage si scagliano contro Prigozhin, negando ciò che egli ha affermato nel suo comunicato e definendolo un traditore: “Tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e ritenuti responsabili”, ha dichiarato in un discorso alla nazione il presidente russo. “Questo colpo è stato dato al popolo russo anche nel 1917 […] Noi non permetteremo che si ripeta una situazione simile” ha aggiunto. Infine, l’annuncio di aver aperto un’inchiesta penale contro il capo della Wagner. Nonostante le dure parole, l’avanzata da parte di Prigozhin non si arresta e, alle 6:30 (orario italiano) annuncia di aver preso il controllo della città di Rostov: “Siamo al quartier generale, sono le 7:30. I siti militari di Rostov sono sotto controllo, compreso l’aeroporto”.
Il servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha sottoposto la capitale allo stato di massima allerta, istituendo posti di blocco sull’autostrada del Don e ordinando agli agenti di far fuoco “in caso di minaccia”. Adottate, quindi, tutte le misure anti-terrorismo volte a garantire la sicurezza della città. Il Ministero della difesa, il principale bersaglio delle invettive di Prigozhin, all’interno di un comunicato ha riferito che i combattenti della Wagner sono stati “Ingannati e trascinati in un’avventura criminale”, ribadendo di fatto l’inaffidabilità delle parole di Prigozhin.
La reazione internazionale
La reazione dei media internazionali sulla marcia verso Mosca da parte del gruppo mercenario Wagner è divisiva. Tra notizie non ancora confermate e voci di corridoio, la situazione è concitata e di difficile previsione. La BBC ridimensiona la portata degli eventi, affermando che ciò a cui stiamo assistendo non può essere definito un vero e proprio golpe: “E’ un tentativo di rovesciare la gerarchia militare russa e di conseguenza, una sfida all’autorità presidenziale”.
La CNN invece, in un suo servizio, si chiede in che modo l’Ucraina possa trarre vantaggio dagli ultimi eventi. Anche la principale agenzia di stampa cinese –Xinhua- riporta la notizia, concentrandosi soprattutto sul discorso alla nazione pronunciato da Putin in mattinata e sulle misure di sicurezza prese dalle autorità russe. I principali leader politici europei, tra cui il presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, hanno dichiarato di star seguendo da vicino la situazione:
“Il presidente sta seguendo da vicino la situazione. Rimaniamo concentrati sul sostegno all’Ucraina”, hanno affermato dall’Eliseo. Il ministro degli esteri Antonio Tajani, invece, dichiara di essere in contatto con l’Ambasciata italiana a Mosca: “Al momento nessuna criticità per i connazionali in Russia, i quali sono invitati alla prudenza”, scrive su Twitter.
Attenzione a cantare vittoria: le atrocità del Gruppo Wagner
La domanda che tutti si pongono, ma a cui quasi nessuno osa rispondere, è se un ipotetico successo da parte di Prigozhin verso Mosca sia auspicabile. Sicuramente le sorti della guerra in Ucraina potrebbero subire una svolta, già parzialmente iniziata grazie alla controffensiva degli ultimi mesi. Tuttavia, la figura di Prigozhin e del gruppo Wagner sono quanto mai controverse. Il gruppo mercenario, composto principalmente di detenuti per crimini violenti, si è macchiato di parecchi crimini di guerra ed è stato accusato a più riprese di aver praticato delle “esecuzioni sommarie e torture”.
Queste testimonianze non sono circoscritte alla sola guerra in Ucraina, in cui i mercenari sono stati recentemente accusati di aver massacrato dei civili a Bucha. Il gruppo, infatti, è stato attivo anche in diversi stati africani, tra cui il Mali, la Repubblica Centroafricana e il Sudan e in questi Paesi, è stato accusato di numerosi efferatezze ai danni dei civili quali torture, stupri e altri crimini di guerra.
Sicuramente un rovesciamento del potere di Putin porterebbe alla fine di quella che è, di fatto, una dittatura che va avanti ormai dal 1999 e, con ogni probabilità, alla conclusione di una guerra che imperversa da più di un anno e che ha messo sotto torchio non solo l’Ucraina, ma anche la stessa Russia. Ma è davvero questo il modo e, soprattutto, la fazione migliore?
Lorenza Licata
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