“Prima della Rivoluzione”: quando Scorsese si innamorò di Bertolucci

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Di Marta Millauro

Assaporò l’arte fin da subito e ne fece qualcosa di straordinario. Bernardo Bertolucci, figlio di un poeta, cugino di un produttore cinematografico e fratello di un regista, non potè far altro che nutrire il suo talento. Scelse la settima arte, quella del grande cinema. Ancora oggi è l’unico italiano ad aver vinto un Oscar con la regia per “L’ultimo imperatore“, premiato anche per la sceneggiatura originale. Titoli come “Ultimo tango a Parigi“, “Novecento“, “Il conformista” e “The dreamers” evocano immediatamente la sua poetica, quelle vibrazioni che trasudavano cinema e che fecero innamorare fin da subito Martin Scorsese.

A due anni dalla sua scomparsa, dopo che la malattia lo aveva costretto a viaggiare su una sedia a rotelle, l’immagine di Bertolucci rivive nei suoi capolavori. Se pur giovanissimo, riuscì nel 1964 ad impressionare un ancor più giovane regista italo-americano. Accadde durante il New York Film Festival, quando il neofita Martin Scorsese, accreditato per le proiezioni dedicate alla stampa, restò impressionato di fronte a “Prima della rivoluzione“. Tra i quattro film che venivano somministrati senza respiro ai giornalisti, l’opera di Bertolucci riuscì a fermare il tempo per Martin.

Martin Scorsese e Bernardo Bertolucci – Photo Credits: LaPresse

A distanza da quella visione, perché così potrebbe essere definita, Scorsese fa ancora fatica a descrivere a parole la sensazione di bellezza che provò nell’assaporare il cinema di Bertolucci. “Prima della Rivoluzione” racconta di un ragazzo di circa 20 anni che vive una quotidianità delineata da un conflitto interiore. Lo studente non riesce a conciliare la sua appartenenza alla classe borghese e la sua militanza nel Partito Comunista Italiano. Scorsese si riconosce nella storia o, meglio, nel modo in cui Bertolucci la racconta e aspira fin da subito a quella tipologia di narrazione. In quelle immagini c’erano idee e emozioni.

Il lavoro di Bertolucci è un continuo omaggio al cinema. In “Prima della rivoluzione” la vita del protagonista è essa stessa cinema. Come Scorsese affermò durane un’intervista: “Potrei dire che parlava il linguaggio del cinema, ma la metafora è sbagliata perché lui respirava il cinema“. Seppur Martin fosse abituato al cinema italiano fin da bambino, in quel giorno degli anni 60 si rese conto di aver il privilegio di assistere a qualcosa di straordinario, “una nuova voce emergente, un talento straordinario”. Bertolucci è poesia, bellezza, e il ricordo del grande regista uscire dalla sala dopo la proiezione del suo film, evoca commozione in Scorsese.

“Prima della Rivoluzione” – Photo Credits: Quinlan.it

Prima della Rivoluzione” per Scorsese fu già il punto di arrivo di un grande artista, non perché non avrebbe avuto più nulla da dire in futuro ma, al contrario, poiché Bertolucci aveva trovato uno stile unico, identificativo, il suo. E riuscire in questo intento a soli 22 anni è geniale. Il film divenne un ossessione per Martin, il suo nuovo punto d’arrivo. Voleva essere lì, arrivare ad avere quel ritmo, quelle inquadrature, quelle immagine. Ma più riguardava quel film e più capiva di essere diverso dal maestro, di dover trovare una sua strada.

Anni dopo Scorsese riuscì a conoscere Bertolucci e tra di loro nacque un’ottima amicizia, fatta di cene all’insegna della cultura. Nel 1977 Martin presentò al Walter Kerr Theatre di New York una retrospettiva sui film di Bernardo e, prima di introdurre sul palco l’ospite d’eccezione, raccontò la meraviglia del loro primo incontro, quello avvenuto nel 1964. Il giorno dopo l’evento, Bertolucci lasciò un messaggio in segreteria per il regista italo-americano in cui disse: “Ieri sera sono stato pugnalato alla schiena dall’amore”. Un lieto fine che non merita spiegazioni, in cui la bellezza e l’ammirazione sincera trionfa sempre.

Marta Millauro

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