Cultura

“Prima di andar via”, fino al 27 maggio al Piccolo Eliseo

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Una tranquilla cena famigliare che si trasforma in una tempesta affettiva e dolorosa. “Prima di andar via” di Filippo Gili, per la regia di Francesco Frangipane, in scena al Piccolo Eliseo fino al 27 maggio, è una pièce che racconta la partenza senza ritorno di Francesco (interpretato dallo stesso Gili), l’unico figlio maschio di una famiglia composta da sei persone, un uomo perso dentro il suo dramma; la prematura morte della sua consorte. 

La tavola è ben apparecchiata, si mangia e ci si racconta della propria vita, dei propri traguardi, del bambino che dovrà andare a scuola, del dottorato che impegna totalmente la vita di una delle figlie. Francesco è lì, ma è distante. Forse ha già intrapreso il proprio viaggio verso un altro mondo. Di lì a poco l’annuncio inaspettato e luttuoso; Francesco vuole andar via e prima di farlo vuole mettere a conoscenza i propri cari.

Quella tavola imbandita diventa un vero e proprio ring. Le sorelle (Aurora Peres e Barbara Ronchi) cercano di dissuadere Francesco dal quel tragico pensiero, cedendo, successivamente, posto alla rabbia, alle cose mai dette. Una sorella chiede morbosamente a Francesco di rimanere, di stare lì con lui come quando erano bambini. L’altra sorella lo aggredisce verbalmente. Come su un ring. Erano innamorati entrambi della stessa donna, Giovanna, il motivo per il quale Francesco vuole togliersi la vita. Sul ring arrancano entrambi, vengono colpiti entrambi da cupido.

La madre (Michela Martini) è la vera vittima di questa storia. Abbraccia il figlio come se volesse volare insieme a lui, un amore viscerale e materno. Lo stringe forte a sé, lo culla. Il collegamento alla Pietà di Michelangelo è istantaneo. Ella tiene fra le sue braccia il corpo ormai mentalmente esanime del proprio figlio.

Il padre (impersonato da Giorgio Colangeli, protagonista indiscusso) cerca di mantenere il proprio rigore da capofamiglia. Invita più volte il figlio ad andarsene, ma anch’egli crolla, come un pugile dopo vari colpi inflitti, in un angolo. Il suo dolore però è silenzioso, sordo.

Un dramma che richiama la scena di un ring; Gli attori vengono collocati nello spazio in modo simmetrico, come se fosse il quadrato di un vero e proprio ring. 

Le musiche di Roberto Angelini scandiscono il tempo del dramma, enfatizzando così, le azioni degli attori in scena. Suoni reiterati, una drammaturgia acuta. Le luci di Giuseppe Filipponio hanno un ruolo importante e prettamente semantico nel dramma; la luce è attiva, trasforma i movimenti scenici, plasma il tempo e lo spazio. “Prima di andar via” è uno spettacolo introspettivo, un viaggio eterno in mezzo alla tempesta dell’animo umano. Un incessante tempesta, talvolta sorda e drammatica.

 

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