Primo appuntamento della festa del Cinema a Rebibbia con Hamlet

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Di Redazione Metropolitan

Dal 30 Ottobre al 21 Dicembre la Festa del Cinema a Rebibbia, ospita sei appuntamenti internazionali, aperti sia a liberi sia a detenuti. Domani si terrà la prima di Hamlet in Rebibbia,spettacolo in live streaming full dal carcere,in collegamento diretto con l’Auditorium del MAXXI, con il Teatro della Tosse di Genova e numerosi Teatri e carceri Italiani.

Domani si aprirà questo progetto ed “esperimento” sociale di unione, attraverso dei medium come il Cinema e il Video-Teatro, con la Prima di Hamlet in Rebibbia.
Già protagonisti antecedentemente in Cesare deve morire, i detenuti-attori si cimenteranno in una delle opere più celebri del grande poeta e scrittore Shakespeare, per la regia di Fabio Cavalli.

La vicenda di Amleto è un dramma che fa riflettere ecletticamente sulla natura umana, toccando molteplici aspetti che l’essere umano possiede ovvero la dialettica fra l’impulso di Vendetta e l’esitazione nel compiere tale gesto tramite la Giustizia, il binomio fra essere ed apparire, famoso è il soliloquio di Amleto “essere o non essere”.

Locandina ufficiale dello spettacolo “Hamlet” in Rebibbia

Programma:
30 Ottobre 2017 ore 20.30 – ingresso pubblico ore 19.30
Hamlet in Rebibbia Live Streaming di Fabio Cavalli – Diretta streaming dello spettacolo teatrale dei detenuti al MAXXI e nei teatri, cinema e carceri d’Italia.

Nell’Amleto di Shakespeare il giovane principe, chiamato dalla voce del sangue, dal fantasma del padre ucciso in una faida di potere familiare, indaga implacabilmente sui presunti colpevoli: lo zio e la sua stessa madre. Occorre compiere la vendetta e ristabilire l’ordine nella famiglia e nella città. Amleto è il killer obbligato, l’esecutore. Ma rifiuta di agire senza le prove del delitto. Pretende che Vendetta e Giustizia siano le due facce della stessa moneta. Nella strage finale, innocenti e colpevoli saranno ugualmente sacrificati in un atto di purificazione distruttiva. Solo Orazio resta testimone vivente, incaricato di ricordare ai posteri il rischio mortale che comporta la violazione dell’ordine all’interno di una comunità. Nell’Amleto si rispecchiano i destini di molti degli attori della Compagnia. E i destini di tutti noi. Se c’è del marcio nell’antica Danimarca, come ce la passiamo, oggi, fra Roma, Napoli e Reggio Calabria? (Con la sponda delle finanziarie del Nord). Quali faide, tradimenti e lotte fra clan, coprono di sangue le strade delle città, fino a macchiare i palazzi di un potere lontano ed oscuro? Dalla Fortezza di Elsinore alle nostre metropoli il salto spazio-temporale è quasi impercettibile. Nella parola dialettale scarnificata dei detenuti-attori, l’Amleto è cronaca di oggi ed emblema universale della dialettica fra Vendetta e Giustizia.

Il regista Fabio Cavalli, durante le prove di “Hamlet”

Dal 31 ottobre al 2 novembre la Festa prosegue con le proiezioni cinematografiche dei film Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani, Terapia di coppia per amanti di Alessio Maria Federici (anticipata da un’esibizione live dei Daiana Lou), la versione restaurata di Borotalco di Carlo Verdone, e la clip musicale Jailhouse Rock girata a Rebibbia dai giovani videomakers under 35 e che vede sul palco i 30 elementi della Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio insieme ai detenuti e agli studenti dell’Università Roma Tre. Chiude la manifestazione la proiezione del docufilm Rebibbia 24 realizzato dagli studenti del DAMS Roma Tre e dell’Istituto per la Cinematografia e la TV “Roberto Rossellini”, nell’ambito delle attività laboratoriali collaterali previste dal progetto.

Locandina ufficiale della festa del cinema a Rebibbia

Il tutto grazie alla collaborazione tra la Fondazione Cinema per Roma, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università degli Studi Roma Tre, con l’impegno produttivo de La Ribalta – Centro Studi Enrico Maria Salerno che da quindici anni diffonde e crea opere teatrali e cinematografiche di prestigio internazionale con i detenuti del carcere romano e la start-up Ottava Arte che cura l’allestimento di Hamlet in Rebibbia.

L’iniziativa è parte del programma di Contemporaneamente Roma 2017 promosso da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e in collaborazione con Siae

Perché il Cinema va’ in Carcere:
Il carcere è spaccato estremo della società. Un melting pot di lingue e culture, con una popolazione reclusa proveniente da 138 nazionalità diverse (37% su 50.000 detenuti), di età media sotto i 32 anni, compresenti nello stesso luogo e con molteplici e difficili problemi di convivenza.

La mediazione culturale fra diversi è un dato di necessità, e il cinema, assieme al teatro, rappresenta il linguaggio universale condivisibile da tutti.
Nell’Auditorium di Rebibbia da 15 anni, migliaia di spettatori di qualsiasi età entrano liberamente per assistere agli spettacoli dei detenuti-attori.
Anche le macchine da presa si sono affacciate sempre più spesso e i detenuti si sono appassionati al “dietro le quinte” del cinema.

La rappresentazione dal vivo di “Cesare deve morire” (Foto dal web)

Il Centro Studi Enrico Maria Salerno e la Fondazione Cinema per Roma, offrono al territorio della periferia Est una sala “reclusa” ma aperta a tutti con 340 posti, un grande schermo e una programmazione artistica di qualità.
Nel 2016 nasce la Festa del Cinema a Rebibbia, col Ministero di Giustizia e l’Università Roma Tre: proiezioni, incontri, spettacoli in live streaming per il pubblico esterno e interno.

Gli attori-detenuti in “Cesare deve morire” (Foto dal web)

L’iniziativa in sé, ha un grande spessore umano e grazie all’ausilio di due arcaici strumenti comunicativi come il Teatro ed il Cinema, si cerca ancor di più di abbattere metaforicamente le barriere e le fratture che vi sono fra carcere e società.
Per concludere, ricordo una bellissima frase del grande poeta e cantautore Giorgio Gaber, che dovrebbe farci riflettere e ci invita ulteriolmente ad assistere domani alla prima di Hamlet;

Libertà è partecipazione.

 

Giorgia Pampana