Eastern Conference

Bucks – Pistons 4 – 0

Blake Griffin, stella dei Pistons, contro il candidato MVP, Giannis Antetokounmpo in uno dei Bucks – Pistons di questa stagione
(Credits to: detroitbadboys.com)

Detroit è una squadra che, per come è strutturata, potrebbe dar fastidio a Milwaukee, visto il suo gioco interno che passa per le mani dei due lunghi (Griffin e Drummond), ma le forze in campo non sono equiparabili. I ragazzi di Budenholzer (Candidato al premio di Coach of the Year) hanno conquistato il miglior record della NBA (60 vittorie e 22 sconfitte) e giocano un basket straordinario, fatto di difesa forte sul perimetro e tanta transizione, e sono guidati dal favorito alla corsa per l’MVP (Per saperne di più sui “duelli” per i premi individuali della Regular Season, clicca qui), Giannis Antetokounmpo.

Il greco ha sviluppato ulteriormente il suo gioco nel corso dell’anno, aggiungendo maturità nelle scelte sotto pressione e migliorando il tiro da fuori e così come lui, tanti dei suoi compagni si sono sacrificati per entrare nel miglior modo possibile nell’idea di gioco che l’allenatore ha voluto dare ai suoi Bucks. I Pistons, qualificatisi alla postseason solo grazie al successo nell’ultima gara della stagione regolare, hanno tante lacune e serviranno prestazioni favolose e durezza fisica e mentale per provare a non essere mandati in vacanza anticipatamente senza almeno una vittoria.

Raptors – Magic 4 – 0

Uno degli ex della serie, Serge Ibaka, in azione contro i Magic
(Credits to: sportsnet.ca)

Altra serie dall’esito semi-scontato è quella tra Toronto e Orlando. Sebbene i Magic abbiano disputato un’ottima stagione, tornando ad avere un record positivo dopo 6 anni, apparentemente non hanno nessun giocatore in grado di prendersi la squadra sulle spalle in un momento come quello dei Playoff, dove i palloni si fanno più pesanti a ogni possesso e il basket è più fisico e duro.

Di fronte si trovano, poi, uno dei roster più completi della NBA e con tanta esperienza di postseason: Leonard e Green hanno già vinto il titolo a San Antonio, Lowry e Ibaka sono arrivati più volte a un passo dall’obiettivo finale, senza contare Siakam che è nel suo “breakout year” e Gasol, arrivato a stagione in corso. Tutti questi fattori fanno sì che il punto di forza della franchigia della Florida, cioè la completezza nelle rotazioni, sia contrastata e sopraffatta da quella dei canadesi, che probabilmente non lasceranno nemmeno una gara agli avversari nel passaggio al turno successivo dei Playoff.

Sixers – Nets 4 – 1

Spencer Dinwiddie, uno degli elementi fondamentali dei Nets, al ferro contro l’All-Star Joel Embiid
(Credits to: libertyballers.com)

Brooklyn è stata una delle sorprese in questa stagione (Per scoprire le outsider per i Playoff ad Est e ad Ovest, clicca qui) ed è guidata da un D’Angelo Russell ormai maturo, ma davanti si troverà probabilmente il secondo quintetto più forte e completo della Lega.

Philadelphia è ormai una realtà affermata nella Eastern Conference e dopo l’acquisizione di Butler a inizio stagione e quella di Harris a Febbraio (Per d’are un’occhiata ai movimenti prima della Trade Deadline, clicca qui) punta direttamente alla finale, guidata da una delle coppie più talentuose della NBA, Embiid – Simmons: se il camerunese non dovrebbe subire involuzioni nella postseason, i dubbi sull’adattamento dell’australiano al basket dei Playoff restano, vista la totale assenza di tiro perimetrale nel suo gioco. Perciò i Nets, sfruttando soprattutto il pubblico del Barclays Center, potranno sperare in qualcosa di più di una semplice apparizione nella postseason, anche se le forze in campo non sembrano lasciar loro troppe speranze nel passaggio del turno.

Celtics – Pacers 4 – 2

La nuova “stella” di Indiana Bojan Bogdanovic in post contro il campione NBA 2016, Kyrie Irving
(Credits to: nbapassion.com)

Boston sta vivendo una stagione di alti e bassi preoccupante, ma, come la tradizione biancoverde ci ha insegnato, il loro livello ai Playoff si alza sensibilmente ed avere in squadra giocatori che questi palcoscenici li hanno già calcati aiuterà.

L’infortunio di Smart nell’ultima gara di Regular Season peserà sicuramente, ma dall’altra parte sarà ancor più gravosa l’assenza di Oladipo, fuori per un infortunio al ginocchio dallo scorso 24 Gennaio. Nonostante sia senza il suo leader, Indiana, sotto la sapiente guida di coach McMillan, si è saputa riadattare e gioca un basket corale, nel quale ogni elemento è salito di colpi, in primis Bogdanovic e Turner, e sicuramente darà filo da torcere, soprattutto in casa, agli avversari, ma il fattore campo a favore dei Celtics lascia poche speranze di progredire nei Playoff alla franchigia di casa ad Indianapolis.

Western Conference

Warriors – Clippers 4 – 0

Kevin Durant in attacco su Danilo Gallinari, uno dei duelli individuali che si ripeterà nella serie
(Credits to: theathletic.com)

I campioni in carica hanno come solo obiettivo vincere il terzo titolo di fila e per farlo non guarderanno in faccia a nessuno. Per questo, come succede ormai da 4 stagioni, si trasformeranno in una schiacciasassi e anche se di fronte si troveranno una delle squadre-rivelazione della stagione, la differenza di talento ed esperienza a questi livelli è talmente ampia che difficilmente perderanno anche una sola partita.

Dall’altra parte, Los Angeles, abbastanza a sorpresa ai Playoff nella difficilissima Western Conference (Per scoprire le outsider per i Playoff ad Est e ad Ovest, clicca qui), ma sfortunata nell’arrivare ottava con lo stesso record degli Spurs settimi e ad una sola vittoria dai Thunder sesti, farà di tutto affinché ciò non accada e per provare a portarne a casa almeno una si affiderà alla miglior panchina della Lega (Oltre 53 punti a partita), ma davanti avrà il quintetto più forte mai visto su un campo NBA e l’impresa sarà difficilissima.

Nuggets – Spurs 4 – 3

Lo scontro tra Jokic e Aldridge in post sarà una delle chiavi della serie
(Credits to: denverstiffs.com)

Altra rivelazione assoluta di questa stagione è Denver, passata dalla nona posizione ad Ovest alla fine della scorsa Regular Season alla seconda di quest’anno, senza aver apportato modifiche sostanziali al roster, ma mettendo su un favoloso “No-Star-System” che gira intorno a Nikola Jokic, uno dei migliori centri della Lega nonostante i soli 24 anni.

L’ostacolo che i ragazzi di coach Malone avranno sarà quello della loro inesperienza in fatto di postseason contro la tradizione d’annata degli Spurs, giunti alla 22esima presenza di fila ai Playoff, che ne fanno il proprio punto di forza. San Antonio si affiderà soprattutto ad Aldridge e a DeRozan in attacco, ma i Nuggets dovranno far attenzione a tutti quei giocatori “di contorno” che sotto Popovich rendono benissimo anche nei momenti più importanti. Anche Denver è riuscita ad ottenere il meglio da quasi tutto il roster e alcuni giocatori sono passati dal fondo della panchina all’essere uomini di rotazione più che affidabili e servirà sicuramente il loro apporto per continuare a vincere e per sognare in grande.

Blazers – Thunder 2 – 4

Le due armi offensive principali dei due roster: Lillard e George
(Credits to: sports.inquirer.net)

È vero, l’involuzione nel filale di stagione poteva portarla addirittura ad iniziare i Playoff come ottava ad Ovest, ma Oklahoma City è probabilmente la terza forza nella Western Conference ed è favorita su un gruppo come quello di Portland che è però ormai rodato e ha sicuramente voglia di rivalsa dopo lo “sweep” subito lo scorso anno al primo turno contro i Pelicans.

Nonostante i Thunder, sotto la guida di Donovan, abbiano innalzato il livello difensivo, avranno bisogno del miglior George, che si è dimostrato uno dei migliori giocatori “two-way” dell’intera NBA e dell’infinita voglia di Westbrook, che ha chiuso la stagione regolare con una tripla doppia di media per il terzo anno consecutivo, per sopraffare il talento cristallino di Lillard e McCollum, uniche vere opzioni offensive dei Blazers dopo l’infortunio di Nurkic, e approdare al secondo turno, con il sogno di una finale di Conference e magari anche di qualcosa di più.

Rockets – Jazz 4 – 1

Uno dei tanti duelli tra Harden e Mitchell durante i Playoff dello scorso anno
(Credits to: nbareligion.com)

Utah si è confermata una squadra vincente nonostante il basket anacronistico a metà campo che professa coach Snyder, ma grazie all’ottimo sistema difensivo e alle doti offensive di Mitchell, coadiuvato dai compagni, spera di fare il colpaccio come negli scorsi Playoff, quando eliminò i favoritissimi Thunder al primo turno, per poi perdere proprio contro Houston al secondo.

I Rockets quindi, affidandosi sempre di più ad Harden, miglior scorer della Regular Season con 36,1 punti ad allacciata di scarpe (Per dare uno sguardo ad uno dei fantastici mesi del “Barba” in questa stagione, clicca qui), vorrebbero replicare il “facile” 4 a 1 dello scorso anno e sono senza dubbio i favoriti, con tanti tifosi che sperano che in semifinale di Conference si ripeta l’epica serie con i Warriors come nello scorso anno, quando una pessima serie di tiri sbagliati e l’infortunio di Paul impedirono a Houston di giocarsi il titolo in finale contro Cleveland. Alla squadra di Mike D’Antoni l’obiettivo non dovrebbe sfuggire, ma in questa stagione i passaggi a vuoto sono stati parecchi e preoccupanti e se c’è una squadra che se ne potrebbe approfittare è proprio Utah, perciò ai ragazzi della franchigia texana serviranno maturità e durezza sia fisica che mentale per puntare al bersaglio grosso a Giugno.