Non c’è dubbio che ieri, tifosi del PSG a parte, un buon numero di appassionati sia rimasto estasiato dal sorprendente risultato del Bernabeu. La sensazionale tripletta di Karim Benzema ha distrutto ancora una volta i sogni europei della squadra di Pochettino. Quello parigino era (ed è) un vero e proprio dream team, con gli investimenti di Al-Khelaifi che hanno costruito, a partire dal 2011, una corazzata senza precedenti. A molti, in particolare dopo la campagna acquisti dell’ultima sessione estiva, sarebbe sembrato folle pronosticare un esito di questo tipo. La Champions League, e in generale il calcio, rispondono però a variabili che danno poco spazio a qualsiasi tipo di previsione.

Gli investimenti del PSG e la Champions League

Se, di fronte a tanti sforzi economici e a tanti investimenti, Nasser Al-Khelaifi potesse avere il potere di rendere muto un suono, sicuramente farebbe di tutto per non ascoltare mai più l’inno della Champions League. Gli acquisti del patron qatariota negli ultimi dieci anni sono costati circa 1,405 miliardi di euro secondo i dati Transfermarkt. E se non è la sede opportuna per valutare da un punto di vista finanziario e di marketing queste operazioni, la storia sportiva europea del PSG è di facile lettura. Il successo non è mai arrivato ed è stato solo sfiorato nel 2020, quando Neymar e compagni caddero contro il Bayern Monaco in finale. L’eliminazione agli ottavi di Champions League non può, a fronte degli acquisti estivi, non essere considerato un fallimento della società parigina. In dieci anni la squadra ha vinto ben ventisette titoli nazionali e neanche uno europeo.

Probabilmente risulterebbe eccessivamente retorico dire che nel calcio non contano i soldi e risulterebbe anche un filo ridicolo, considerando che l’avversario era niente meno che il Real Madrid. I novanta minuti di ieri sera senza dubbio faranno dormire sonni poco tranquilli ad Al-Khelaifi, pronto probabilmente a rimodellare ancora una volta la sua lucente creatura. Ma non è tutto oro quel che luccica e forse sarebbe opportuno saper distinguere le figurine dai calciatori e l’album dalla squadra. Ancora più necessaria un’altra riflessione: non è un caso che il protagonista di ieri sera sia stato il più madridista degli undici Blancos in campo. Forse Al-Khelaifi deve trovare il suo Karim Benzema o forse deve cambiare il motto della sua squadra. “Ici c’est Paris“: dove?

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